Luci o non luci? Questo è il problema

In questi giorni camminando per le nostre strade, oltre all’aria gelata in grado di assiderare tutti gli organi e causare un congelamento istantaneo del cervello in stile cartoni animati, si respira un’atmosfera tutta particolare, già conosciuta, ma sempre un po’ diversa, che ogni volta fa rimbalzare il cuore nel petto e instilla nell’animo di ognuno un’infinita tenerezza, un’atmosfera visibile negli occhi dei bambini, che brillano e rimangono spalancati a osservare le meraviglie delle luci. Avete indovinato, è l’atmosfera del Natale!

Ma oggi non parleremo del Natale, festa che, certamente, a riunire tutti gli uomini anche in tempo di guerra, né di come, per quanto in questo periodo vada molto di moda, si sia trasformato e sia divenuto preda del consumismo e siano stati eletti, seppur senza seggi e scrutini, a suo simbolo regali, decorazioni, pacchetti e fiocchi.

In questo articolo parleremo delle luci, sicuramente elemento chiave per l’economia natalizia: chi, infatti, ogni anno non è costretto a comprare nuovi fasci di luci per l’albero poiché quelle dell’anno prima, che sembrava dovessero durare in eterno e al termine delle festività erano perfettamente funzionanti, durante l’estate hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni? Una componente fondamentale per creare atmosfera, suscitano meraviglia e, cosa più importante, fungono da fari segnalatori per l’arrivo del caro Babbo Natale. Ma qual è il prezzo da pagare per assolvere ad un compito così importante?

Certamente è importante che al caro Babbo vengano segnalate le piste d’atterraggio, altrimenti sarebbe non poco grave il danno causato ogni anno ai comignoli delle nostre città, ma siamo proprio sicuri che le luminarie, che da fine novembre iniziano ad abbondare, non abbiano  qualche controindicazione? Avete letto bene il “bugiardino”? Perché gli effetti collaterali esistono!!

Senza luci non è Natale, direte voi, ma avete mai considerato il danno ambientale causato dall’uso eccessivo delle luminarie? Chiamato  inquinamento luminoso, conosciuto da pochi, ma  problema di tutti, esso causa un’alterazione  nel nostro rapporto con l’ambiente in cui viviamo: l’Universo. Non permette all’umanità di posare lo sguardo sulla volta celeste, ben conosciuta dai nostri avi, che, a differenza nostra, poterono godere di una visione privilegiata e non corrotta di tale spettacolo naturale, avendo con essa un contatto più diretto rispetto a noi.

Le stelle ebbero un grande valore nella storia dell’umanità: furono utili per orientarsi, fonte di ispirazione letteraria e oggetto di indagine per Galileo, il quale osservando il firmamento rivoluzionò la visione del cielo. Oggi Galileo “si rivolterebbe nella tomba” sapendo che le stesse stelle, grazie al cui studio poté affermare “Abolito il cielo!”, sono spudoratamente oscurate dall’uso eccessivo dell’illuminazione artificiale, che si acuisce nel periodo natalizio.

Certamente rinunciare allo spettacolo delle stelle è un efferato delitto, d’altra parte l’illuminazione artificiale fa parte della nostra vita ed è fondamentale per il nostro quotidiano, ma forse potremmo imparare ad usarla meglio, capendo quando davvero è necessaria e ancora si potrebbero istituire delle giornate senza luce artificiale, durante le quali tutti si perdano a osservare l’infinità del cielo ed imparino ad orientarsi con esse!  E il buon Babbo Natale, che porta doni a tutti bambini nella notte più magica dell’anno darà il buon esempio ritornando alle priscae virtutes, quando si orientava con le stelle.

 

Ufficio Stampa G.D. Cassini

Sara Brusco – Valerio Franceschi