Giornata mondiale contro l’omofobia: qualche considerazione

Questa data è stata scelta dall’Unione Europea per ricordare che il 17 maggio 1994 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha eliminato ufficialmente l’omosessualità dall’elenco internazionale delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”.

In molte città si allestiscono in occasione di questa giornata manifestazioni per condannare le discriminazioni subite a causa dell’orientamento sessuale e a causa dell’ identità di genere. Ad esempio, a Napoli, quest’anno, sarà organizzato il convegno “Che genere di sport?”, una ripercussione con ricercatori e studiosi di fama mondiale a proposito del tema corrente in ambito sportivo.

Oggi si discute comunque molto a proposito di questo tema ed esistono molte opinioni contrastanti tra loro, fra i tanti anche amministrazioni e politici discutono a tal proposito; è stato significativo il discorso dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in occasione della giornata stessa nel 2013, ha pubblicamente dichiarato “Come ho più volte ribadito la denuncia e il contrasto all’ omofobia devono costituire un impegno fermo e costante non solo per le istituzioni ma per la società tutta”.

Tuttavia ci sono circa 86 paesi nel mondo che condannano, ancora oggi,  l’omosessualità; in Sudan, per esempio, le pene sono scelte progressivamente. Esiste infatti una legge secondo la quale per le prime due condanne per omofilia è previsto il carcere e in aggiunta violenza fisica, per la terza condanna, invece, si viene puniti con l’ergastolo o con la pena di morte.

È possibile che ad oggi, nel 2018, dopo tutti i progressi in ambito tecnologico, economico e interculturale, tra gli altri, non si sia ancora totalmente liberi di dichiarare la propria predisposizione sessuale senza il timore di essere giudicato o discriminato da conoscenti, colleghi, amici e addirittura, in alcuni casi, anche parenti?

È recente l’episodio di un quattordicenne che ha denunciato la sua famiglia che per molti mesi ha tentato di convincerlo ad “essere normale” con azioni vergognose. Il ragazzo infatti ha subito schiaffi, pugni e ustioni sulle caviglie provocategli con lo spargimento di benzina, alla quale davano in seguito fuoco.

E invece di fronte ad un transgender come reagisce la popolazione?

Ad Hollywood pare che questo fenomeno sia diventato quasi una “moda” dopo che l’atleta e personaggio televisivo Bruce-Caitlyn Jenner, per primo nel mondo dello spettacolo, ha deciso di rendere pubblico il suo cambiamento.

Molti altri personaggi di spicco lo hanno imitato e sono noti i nomi di Jamie Clayton, Jazz Jennings, Laverne Cox, Valentina Sampaio, Lea T e Chaz Bono.

Un episodio molto particolare è quello del sindaco texano Jeff-Jess Herbst che dopo averlo rivelato alla sua città, che lo ha appoggiato in questa sua scelta, dichiara pubblicamente “al massimo speravo nella tolleranza, ma la manifestazione di sostegno è senza precedenti”.

Bisogna allora che gli omosessuali, i bisessuali e i transessuali, che sono noti essere sempre al centro di questi dibattiti, subiscano gli insulti e i pregiudizi di una popolazione, a volte ignorante o sarebbe giusto che, come nei casi trattati, raggiungano il successo e i loro obiettivi senza curarsi delle opinioni espresse avventatamente?

 

Dafne Innocente e Martina Mafodda – Ufficio stampa liceo G.D. Cassini di Sanremo