Il ridicolo attuale

Nell’approccio disilluso che i miei coetanei hanno alla realtà delle cose noto da tempo ormai una costante: l’ironia. Complice il mondo dell’internet, che di un certo tipo di umorismo ne ha fatto la sua bandiera, ci ritroviamo sempre più spesso ad avere a che fare con una nuova frontiera del disfattismo e dell’indignazione che da sempre segnano l’approccio del nostro paese a politica e in generale problemi nel sociale.

Non che mezzi quali la satira, che può anche vantare illustri antenati nella nostra cultura, come Orazio o un più “recente” Giovenale, siano da ritenere controproducenti in una qualsiasi forma di opposizione al potere, ma quando diventano le uniche armi usate da un’intera generazione, che usa il ridicolo, il risus latino come unica forma di protesta, la faccenda si fa interessante.

Viene da chiedersi, infatti, se non si tratti dell’ennesimo segno di un distacco sempre più profondo tra la realtà sociale e quella giovanile, che sembrano ormai non solo andare in direzioni opposte, ma anche muoversi su due binari completamente diversi. La classe dirigente infatti, è formata da adulti che non hanno la più pallida idea di come creare un dialogo con i giovani o, meglio, non se ne curano, dimostrando di sottovalutare lo stesso futuro di cui dovrebbero occuparsi.

Ne derivano così tentativi impacciati e poco ponderati, come (primo esempio che mi viene alla mente in quanto relativamente recente), pubblicare un post su instagram con #gino, hashtag che ha spopolato su internet durante Capodanno e lanciato da uno youtuber, di cui ha fatto uso anche l’ex presidente del consiglio Renzi. Il tentativo di affiliarsi a un uso giovanile risulta così imbarazzante e goffo, il politico cerca di porsi in un ruolo non suo causando il senso di ridicolo e il risus di cui sopra.

Questa è solo una delle molte cause del divario tra giovani e società, divario presente in ogni epoca, certo, ma che a  differenza delle altre generazioni la nostra gestisce non con un confronto più o meno violento, ma con un’indifferenza sempre più pericolosa.

 

Ufficio Stampa G.D. Cassini

Caterina D’Angelo