Andrà in onda domani sera, giovedì 16 luglio, il secondo episodio di Narcotica, la docu-inchiesta di Rai3 sul narcotraffico.
La puntata, girata nei campi di coca e nei laboratori nascosti nella selva colombiana dove si produce il 70% di tutta la coca prodotta nel mondo, vedrà come protagonisti Don Rito Alvarez e la sua alla Fundacion Oasis de Amor y Paz.
“La docu-inchiesta porta alla vera identità dei narcos, mostra la tragedia dietro la cocaina e i traffici di droga” spiega ai nostri microfoni Don Rito.
“Nella puntata si vedrà l’impegno della fondazione, il lavoro che facciamo per andare a recuperare i bambini sfruttati nelle piantagioni di coca e i bambini soldato. Un lavoro con le comunità indigene, che vivono in mezzo alla foresta e che da tempo sono perseguitati soprattutto dalle multinazionali per estrarre le materie prime. Facciamo così conoscere le grandi ingiustizie globali che sono le ingiustizie delle materie prime: da una parte gli sfruttati dall’altra le grandi multinazionali.
Il messaggio di speranza – prosegue Don Rito – è che in mezzo a questa situazione difficile c’è la nostra fondazione, dove i ragazzi trovano una famiglia, si formano, e un domani potranno difendere i loro diritti e il loro territorio. Si lavora in un territorio di guerra, ma noi lavoriamo per la pace, offrendo un futuro diverso ai bambini piccoli. Il nostro lavoro in questo territorio è visto anche in modo positivo dai gruppi guerriglieri, che si rendono conto che a lungo andare sono vittime di un sistema in cui si sono trovati. Molti di loro avrebbero voluto una vita diversa”.
Un problema, quello della cocaina, che appare lontano ma che ci tocca da vicino, come spiegato da Don Rito: “A noi sembra che il problema dei narcos, della droga, dei bambini sfruttati, sia molto lontano. Sappiamo però che il frutto di quelle ingiustizie viene distribuito nelle nostre piazze, anche a un prezzo accessibile. Bisogna sapere che ogni dose di cocaina equivale al lavoro di 2/3 settimane di un bambino sfruttato. Narcotica vuol far vedere quanto legame ha l’Italia con questi paesi da cui viene la droga e quanta responsabilità abbiano tutti quanti, chi la compra e chi la spaccia”.