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Roba da non credere. Al “Road to Forum Sindaci 23“, iniziato stamane alle 11 nella sala del Consiglio della Provincia, oltre al presidente padrone di casa ed anche sindaco della città capoluogo, l’ex pluriministro della Repubblica on. Claudio Scajola, il governatore della Regione Liguria ed europarlamentare Giovanni Toti (ex Forza Italia) con tutta la sua Giunta (ed addetti stampa al seguito) su 66 sindaci della provincia ne erano presenti addirittura 64. Un vero e proprio record che sottolinea l’importanza, l’interesse, la voglia, nonché la necessità di capire a che punto siamo. Tra Covid ed in prossimità di una possibile e folle guerra nucleare scoprire se esistano soluzioni, voglia, capacità e mezzi per migliorare il presente ed il futuro di oltre 215.130 abitanti. 

“Il prossimo anno – ha dichiarato il governatore Giovanni Toti – sarà decisivo per la storia del Paese anche in ambito di programmazione perché non sarà solo l’anno del Pnrr ma anche il momento della sua esecuzione e dei primi bilanci. In questi giorni stiamo lavorando con il ministro Calderoli sull’autonomia delle Regioni e la Liguria si trova in prima fila. Non vi è dubbio quindi che nei prossimi mesi ci sarà un momento di confronto importante con i sindaci del territorio, grazie all’importante collaborazione con Anci, anche per i fondi europei del nuovo quinquennio, FSE, FESR, di Sviluppo e Coesione di sviluppo e Coesione. Questo è un momento in cui le scelte pesano ed è importante avere una piena sinergia tra tutti gli stakeholder per centrare gli obiettivi che ci siamo prefissati, per questo apriremo anche tavoli di lavoro sui temi più importanti da affrontare”.

Giunta Regione Liguria
Nella foto la Giunta di Regione Liguria

Claudio Scajola, come sua abitudine, è venuto subito al sodo. Ha messo sul tappeto i 4 problemi più grossi del suo territorio: sanità-ospedale unico, trasporti pubblici, problemi idrogeologici, autonomia della Regione. Rendere i Comuni più liberi dalla burocrazia. I sindaci, a partire da Biancheri (Sanremo), lo stesso ex ministro (Imperia), Conio (Taggia) e tanti altri dell’entroterra hanno tutti chiesto alla Regione e a chi l’amministra di fare presto prima che sia davvero troppo tardi. L’ora dei programmi, delle parole, della buona volontà è scaduta. Senza fare processi è tempo di cambiare quello che non va, modernizzare, unire le forze, basta divisioni, incontrarsi, analizzare, discutere, trovare soluzioni, lavorare uniti, senza furbate, per il bene di tutti. Insieme si vince. 

Per cercare di capire abbiamo intervistato diversi protagonisti dell’evento. Ecco diverse sintesi. A nostro avviso nei prossimi incontri, che saranno presto calendarizzati, presidenti ed assessori regionali, non me ne vogliano, dovrebbero dare più spazio alle ragioni ed ai problemi veri dei 66 sindaci. Capire, rispondere, parlare dopo di loro. Potrebbe essere più utile. Solo due considerazioni, tutte e quattro le province liguri, Genova, La Spezia, Savona ed Imperia, devono essere trattate alla pari. Il problema della sanità, dei trasporti, della nettezza urbana, dei vari servizi se non uguali sono simili. Quindi stop a figli e figliastri. La Spezia vale come Imperia. A buon intenditor… con quel che segue. È vero che nessun cittadino può pretendere di avere risolto sotto casa ogni suo problema ed affanno, ma neppure pretendere che stia buono, zitto anche quando sta male. Avere il pronto soccorso a 20, 30 ed anche più chilometri di distanza, non sapere se trova libero un medico, se sarà curato a dovere o se rischia la vita. 

La salute, la sanità al primo posto. Non si discute. Poi altre cose indispensabili, il lavoro, la scuola, giustizia, sicurezza e cento necessità che sappiamo. Sono 6 anni che si discute dell’ospedale unico. Tutti sono d’accordo, ma il cammino è sempre in salita. Perché? È inaccettabile che ancora oggi all’Asl1 di Imperia-Sanremo, lungo tutta la Riviera dei fiori, terra baciata dal turismo che confina con la Francia, con Montecarlo, per avere una visita ginecologica si parli di liste d’attesa di 180 giorni, per una Tac-pneumologia addirittura un anno; cardiologia 240 giorni; visita urologica 200 giorni. Alcuni esami poi addirittura è impossibile farli. Cosa possiamo dire? Vergogna?

Nel video servizio a inizio articolo le interviste al vicepresidente regionale Alessandro Piana, all’assessore regionale Marco Scajola, al presidente della Provincia e sindaco di Imperia Claudio Scajola, al sindaco di Taggia Mario Conio e al sindaco di Sanremo Alberto Biancheri.

Liguria, un mare di borghi

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L’incontro di oggi è stata anche l’occasione per presentare a Imperia la nuova campagna di promozione e valorizzazione del territorio dal titolo “Liguria, un mare di borghi”, che prevede la realizzazione di 36 video, uno per ogni borgo appartenente al circuito Bandiere Arancioni, il riconoscimento di qualità turistico-ambientale del Touring Club Italiano assegnato ai piccoli comuni dell’entroterra italiano, o al circuito “Borghi Più Belli d’Italia”, marchio di qualità che mira a proteggere, promuovere e sostenere lo sviluppo di questi piccoli borghi, che hanno un particolare valore storico e architettonico.

Ogni video racconta un borgo, partendo dalle sue icone: edifici, luoghi speciali e riconoscibili, prodotti tipici e specialità, concentrandosi poi sulle esperienze che è possibile vivere scegliendo di visitarlo.

liguria un mare di borghi

Ieri il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha visitato, assieme al vicepresidente e assessore all’Agricoltura Alessandro Piana, all’assessore a Formazione e Demanio Marco Scajola e all’assessore al Turismo Augusto Sartori, i borghi di Diano Arentino, Diano Castello, Villa Faraldi e Cervo, nell’imperiese.

I borghi di Cervo e Diano Castello sono inseriti nel circuito dei Borghi più belli d’Italia mentre i Comuni di Cervo, Diano Arentino e Villa Faraldi sono destinatari di un finanziamento di 2.560.000 euro per il progetto ‘riqualificazione aree di progetto artistico e culturale’, nell’ambito della linea B del Piano Nazionale Borghi del PNRR Cultura, riferita al bando nazionale per la progettualità dei Borghi di Comuni sotto i 5mila abitanti.