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Era l’11 novembre del 1963 quando il popolo di Badalucco e di tutta la Valle Argentina si ribellò e ottenne la sospensione dei lavori della diga di Glori. Questo avvenne a seguito di due eventi che si susseguirono nel tempo: il disastro del Frejus nel 1959 e quello del 1963. Domani, 11 novembre 2023, sessant’anni dopo, una giornata in ricordo della tragedia e in omaggio all’allora sindaco, Filippo Boeri. Ne abbiamo parlato con l’attuale sindaco di Badalucco, Matteo Orengo.

Le parole di Matteo Orengo

“È già un anno che stiamo lavorando insieme ai ‘Cugini dei sentieri’ che hanno proposto un ricordo legato al Vajont. Per questo abbiamo deciso di fare una giornata per ricordare questi due momenti: da una parte la figura del sindaco Filippo Boeri, dall’altra il legame tragico che la Valle Argentina ha con il Vajont”, ha esordito ai nostri microfoni il sindaco di Badalucco, Matteo Orengo.

Proprio il disastro del Vajont mise paura nelle popolazioni della Valle Argentina che si ribellò dando vita a una battaglia simbolo denominata ‘battaglia di San Martino’. A capo di questo movimento c’era proprio il sindaco di allora Filippo Boeri.

“Domani faremo una cerimonia di intitolazione con cui verrà omaggiato e ricordato Boeri e gli verrà dedicata proprio una zona di Badalucco per la quale proprio lui fece un grande progetto di riqualificazione”, ha proseguito Orengo.

Nel 1984 i cittadini tornano a mobilitarsi contro la decisione della costruzione di un impianto idroelettrico a monte del borgo ad opera di Enel, dopo una comunicazione del Ministero dei Lavori Pubblici pervenuta ai comuni della valle.

Nel 2014 in vallata si diffuse la voce della realizzazione di un nuovo invaso a Glori, questa volta rivisto con una portata inferiore, 30 metri circa. Anche in questo caso ci fu una levata di scudi da parte della popolazione e di quel progetto si perse ogni traccia.

“Un mese fa ci siamo recati con una delegazione in visita dal sindaco di Longarone e abbiamo visitato quel che rimane della diga del Vajont. Un modo per legare due territori e per esprimere la nostra vicinanza e la nostra solidarietà davanti a un disastro immane in cui persero la vita 2.000 persone”, ha concluso il primo cittadino.

L’intervista integrale a Orengo nel video-servizio a inizio articolo.