elezioni sanremo 2024

Da qualche settimana all’ombra di San Siro e del monumento a Calandria si sentono ripetere una domanda e due visioni trasformate in realtà qualche anno fa. 

La domanda: “Perché alle prossime elezioni comunali di Sanremo nel 2024, tra una decina di mesi, non si ricandida Claudio Borea? Visto come vanno le cose, che tutti bisticciano, prima rivali politici, acerrimi nemici, poi fanno pace, fondano o appoggiano liste civiche, “Anima“, “Andiamo” a cominciare dall’attuale primo cittadino Alberto Biancheri a Maurizio Zoccarato, Sergio Tommasini, Alessandro Sindoni, Tonino Bissolotti, Alessandro Mager, solo per fare alcuni nomi, non sappiamo se recitano, se hanno progetti in comune già delineati, insomma “avanzare divisi sull’obiettivo per poi governar uniti” o se tutto è ancora in alto mare”? 

Le due visioni: “Borea sindaco – in sintesi si sente ripetere in centro e nelle frazioni – parlava poco, però non ha avuto timore di mettersi contro personaggi potenti della sua città riuscendo nella sua rivoluzione: rilanciare una grossa fetta dell’economia dormiente sanremese, il look e la funzionalità del centro urbano e della Pigna con due progetti arditi: trasformare la centralissima via Matteotti, da sempre il salotto di Sanremo, in isola pedonale, da piazza Colombo sino al Casinò. E Pigna Mare, unire la storica casbah matuziana al mare. E non solo. Borea torna!”

Claudio Borea, allora quarantenne, notissimo imprenditore, venne eletto il 13 giugno 2004, dopo 4 anni e mezzo, tra il 28 novembre e il 12 dicembre 2008, sfiduciato, messo in minoranza, si era dimesso. Tornerà? Difficile una risposta, lo sapremo tra pochi mesi, quando questo confusissimo quadro civico-politico-amministrativo-partitico e non, involontariamente degno dei migliori “Macchiaioli” toscani, da Fattori a Borrani, da Cecioni a Signorini avrà chiarito chi si presenta, oltre i già sopra citati, nuovi nomi, cognomi, con che bandiera, partito, lista civica, soli, alleati e varie. Insomma ogni 24 ore appaiono scompaiono dai radar, dai giornali, dai social, dalle chiacchiere personaggi noti come il presidente di “Sanremo On”, Roberto Berio, dell’ex super manager dell’Hotel Royal, ex assessore al Turismo matuziano e giramondo Marco Sarlo, il notaio dott. Gianni Donetti, il commercialista Studio Lanteri, l’ex presidente del Casinò municipale Donato Di Ponziano, il leader di FI in consiglio comunale Simone Baggioli, il consigliere d’opposizione avv. Andrea Artioli, l’assessore Massimo Rossano, il past president dell’Ordine nazionale degli Ingegneri, dott. Gianni Rolando, l’assessore Donzella ed altri ancora che, probabilmente, ne discutono, potrebbero essere verità ed altri che non solo non ne vogliono sapere, non ne parlano e neppure vogliono sognarselo.

C’è anche chi vorrebbe sindaco, sulla scia della Meloni, presidente del Consiglio (FdI) e della Schlein (leader Pd), una donna. Nomi? In testa al momento ci sono l’assessore Caterina Pireri (sinistra, zona PD) e la dottoressa Barbara Amerio, presidente di Confindustria Imperia, prima donna eletta a questo importante incarico. 

Un’attenzione particolare la merita Maurizio Zoccarato, già sindaco di Sanremo. Chi lo conosce bene giura che dietro a movimenti, articoli, cene, ci sia la sua regia. Per dirla tutta la poltrona di sindaco lo stuzzica parecchio, però il suo progetto sarebbe quello di prendere il posto, quando sarà maturo il tempo, che da anni occupa l’ex pluriministro Claudio Scajola, e prima ancora l’on. Manfredo Manfredi. Cioè il ruolo di regista maximo dell’intera politica della Riviera dei Fiori. In attesa dell’investitura perché no la candidatura alle prossime europee o una bella presidenza a Roma capitale. Zoc dalla sua ha coraggio, visioni (troppe?), e soprattutto mezzi economici. Si dice che Zoc, pur di fare bingo, sarebbe disposto anche a ricucire con l’ex ministro ed attuale sindaco di Imperia capoluogo e presidente della Provincia in quanto tra loro non correrebbe più, da parecchio, buon sangue. Insomma Zoc, novello Enrico IV di Navarra, sarebbe pronto anche lui a pronunciare la famosa cinquecentesca frase non Parigi, ma “Roma o l’Europa valgon bene una messa”. Domanda, ammesso che fosse tutto vero, erga omnes Claudio, nonché ministro, presidente, sindaco, che ne pensa?