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Sembra ieri, ma il tormentone di successo “Perché Sanremo è Sanremo”, coniato da Pippo Baudo all’apertura del Festival del 1995, vinto dalla splendida canzone “Come saprei”, di Giorgia, non ha portato fortuna al presidente della Liguria Giovanni Toti. Alle 3 di notte, infatti, alla porta della sua camera dell’Hotel Lolli, all’inizio di corso Imperatrice, a 2 passi dalla monumentale Chiesa Russa, a 4 dal Casinò municipale, a 10 da un mare stupendamente calmo, ha bussato la Guardia di Finanza. Dopo avergli consegnato l’ordinanza di custodia cautelare, lo ha scortato sino a casa, agli arresti domiciliari. Le accuse del Gip, che ovviamente devono essere dimostrate, sono pesanti: “Svendeva il suo ruolo pubblico in cambio di finanziamenti”. In una intercettazione Toti e Spinelli, anche lui arrestato per corruzione, imprenditore marittimo tra i più noti ed importanti, ex presidente del Genoa calcio, c’è registrata questa frase: “Abbiamo risolto il problema a tuo figlio, ora ci serve una mano”. Nutrito il numero delle persone coinvolte in questo scandalo politico-imprenditoriale-industriale, tutte note, la maggioranza ricopre importanti ruoli pubblici e privati. Una in carcere, gli altri ai domiciliari. Si parla anche di collusione con la mafia, voti di scambio. Le indagini, iniziate oltre un anno fa a La Spezia, continuano. Tutti si proclamano innocenti e fiduciosi dei giudici e della giustizia.

Toti oggi aveva un’agenda molto piena nella Riviera dei fiori, si doveva incontrare tra Sanremo, Bordighera e Ventimiglia con un carissimo amico, l’imprenditore turistico piemontese più noto ed estroso del Made in Italy: Flavio Briatore. Era stato invitato da lui, dal sindaco di Ventimiglia Flavio Di Muro, insieme ad autorità, giornalisti alla presentazione del “Progetto Twiga” a Baia Beniamin, un angolo di paradiso “bord de la mer”, alle porte della città di confine, con vista su Mentone, Montecarlo, la Costa Azzurra dove Briatore ha aperto con successo “Twiga” e “Crazy Pizza”, come in Italia, Europa, America, un po’ ovunque. Subito dopo Toti doveva spostarsi a Bordighera per “inaugurare”, dopo anni di attesa, il nuovo Pronto soccorso dell’ospedale Saint Charles. Poi, prima di rientrare in Regione a Genova probabilmente ancora qualche altro incontro veloce, che non aveva potuto fare ieri sera, con altri candidati alle elezioni sia comunali che alle europee. In giornata si diceva che ieri avrebbe cenato con uno dei tre candidati sindaci che i sondaggi darebbero vincenti.

Flavio Briatore non ha dubbi: “L’arresto di Toti – ha detto – per me è uno shock. Dai Pm di Genova io sono stato perseguitato per oltre 10 anni a causa del mio yacht Force Blue. Poi tutti assolti”. Briatore in Riviera prima di Baia Beniamin aveva messo gli occhi su Sanremo. Era il 29 giugno 2013. Aveva accompagnato sua moglie, Elisabetta Gregoracci al Casinò perché doveva esibirsi al Roof Garden nello spettacolo di moda “Fashion Show” riservato ad uno stretto numero di grossi giocatori e affezionati clienti italiani e stranieri. Invitato dall’allora sindaco Maurizio Zoccarato a fare un giretto in via Matteotti, salotto della città, il Teatro Ariston, un pezzetto della ciclabile, aveva accettato poi l’invito a cena di Zoc. Prenotata una saletta privata al “Mare Blu”, Zoccarato e Briatore avevano anche parlato a lungo della città, di come poterla rilanciare, del Casinò. Briatore aveva dato delle idee, per diverse settimane a Sanremo, nell’entourage del sindaco e della casa da gioco,  si dava per scontato che il “Flavio del Billionaire” fosse stato folgorato dal Casinò, dalla città, dalle sue potenzialità al punto che sembrava possibile un suo interessamento in tempi brevissimi. Chi diceva che, insieme a suoi soci importanti e del settore gioco, volesse addirittura diventare il nuovo gestore. E chi invece, con i piedi più per terra, gli sarebbe piaciuto aprire all’interno della casa da gioco, mancando un ristorante à la page, un suo “Twiga”. La storia era durata parecchio, ogni settimana una novità, nuove sparate, chiacchiere e progetti da mille ed una notte. Però tutto, come i sogni, sparito all’alba.