Il progetto era stato depositato in Comune durante l’interregno Caverzan ed ora, leggendo le 297 pagine del dossier sulla nuova Arena di Sanremo, il dubbio aumenta: sarà una utopia o una visione reale? Sicuramente i disegni raccontano una idea avveniristica, forse anche troppo per una Sanremese che, al momento, fatica nel girone A di Serie D. Dopo uno 0-5 subito in casa ed un 4-0 in trasferta, l’annuncio di Masu riguardante lo stadio voleva rasserenare l’ambiente (lo scorso 25 ottobre) ma, da allora, i matuziani hanno raccolto appena cinque pari in otto partite. Anzi la vittoria manca da undici giornate e inaspettatamente i biancoazzurri lottano in zona play-out, e non riescono ad uscire dalle sabbie mobili della classifica. Il clima sugli spalti non è disteso e i gruppi organizzati dei tifosi sono spaccati in due fazioni: i ‘pro’ e i ‘contro’ la presidenza.

Nonostante tutto, Masu non nasconde la sua voglia di portare la squadra in Serie B – anche se c’è chi fa gli scongiuri per non scendere in Eccellenza – e di fare business a Sanremo, tra sport ed eventi. Proprio per questo, da Palazzo Bellevue starebbero valutando scupolosamente il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali presentato dal numero 1 biancoazzuro per ridare, in primis, nuova vita al ‘Comunale’ , nel giro di qualche anno. Due sono le proposte che emergono dal documento: l’ ‘alternativa 0’ con un costo di 4.877.000 €, non modificherebbe le attuali funzioni dell’impianto prevedendo il recupero architettonico e strutturale, oltre all’adeguamento impiantistico e sismico. Decisamente più stuzzicante l’ ‘alternativa 1’ da 113.687.347,50 € (che salgono a 145 milioni secondo le necessità complessive) che, a fronte di due anni di lavoro, consegnerebbe alla città uno stadio da 6500 posti che si trasformerebbe in una arena per eventi dalla capienza di 13000 spettatori, grazie all’installazione di un moderno tetto retrattile per chiudere completamente la copertura.

Sogno o realtà?

È comunque interessante approfondire il documento redatto dagli studi Giraldi Associati Architetti (in corsa anche per la ristrutturazione del ‘Franchi’ di Firenze), da Stantec (studio internazionale che, all’attivo, ha svariati impianti sportivi negli Stati Uniti) e dalla fiorentina Nobel Partners Advisory. Come detto, il primo progetto sarebbe un sostanziale adeguamento sismico ed architettonico dello stadio, quantificato in 3.192.000 € per i lavori di rinforzo strutturale, ripristini, interventi di copertura, setti e pali delle tribune Nord e Sud, ai quali si aggiungono 1.685.000 € per gli edifici Sud interni, la tribuna Sud esterni e facciata e il campo. Comprensivo del rifacimento del manto erboso, l’installazione di nuove panchine e porte.

Il piatto forte è sicuramente rappresentato dalla Alternativa 1, quella da 113 milioni di euro. Dove lo stadio è soltanto una parte della proposta comprendente anche: locali commerciali, zone ristoro, 350 parcheggi coperti e un parco verde, con fotovoltaico integrato al camminamento prospettando piuttosto soluzioni di integrazione naturalistica come alberi fotovoltaici. Alcuni dei punti importanti alla voce ‘Sostenibilità’ che così viene descritta nel file: “Generare un’occasione unica per la città per compiere un ulteriore passo avanti verso la sostenibilità del suo tessuto urbano, minimizzando i consumi di risorse naturali, adottando fonti ad energia rinnovabile, secondo il concetto di distretto a zero emissioni“.

Campo e tribune

Nel progetto si legge che il campo verrebbe completamente smantellato e rialzato a 4,50 mt, dal livello stradale di Corso Mazzini, per un’area di 120×80 metri; e soprattutto “Demolizione di tutte le tribune, e successiva realizzazione di nuove tribune su ogni lato del campo” con avvicinamento di questo al rettangolo verde. Si legge: “Il numero e le dimensioni seguono gli standard dettati dalla FIFA e dalla Lega Nazionale Professionisti Serie B. Per ogni settore saranno previsti in numero e dimensione adeguati più punti di ristoro, facilmente raggiungibili da tutti gli spettatori, specialmente prima delle partite e degli eventi e durante gli intervalli.”

Nei pensieri del patron c’è sempre il chiodo fisso degli skybox: già presenti nel listino della campagna abbonamenti 2022-23 per 30.000 euro e che, nel progetto, sarebbero spostati nella tribuna nord (che attualmente è la gradinata Nord) con questa indicazione: ” Agli spettatori VIP saranno riservati posti in tribuna nord. Al di sopra di questa si inserirà un sistema di skybox, concepiti come spazi con servizi esclusivi per questi spettatori e con accesso ad una tribuna direttamente connessa e a loro riservata. Alcuni di questi saranno dotati di servizi igienici e di cucina privata. I nuovi skybox saranno dimensionati per avere un minimo di 2,5 mq a persona, e saranno connessi al parcheggio tramite ascensore e scale dedicati. È prevista la possibilità di affittare questi spazi esclusivi VIP anche nei giorni non di match, per utilizzi alternativi.” Dal parcheggio al salotto, insomma. E, a proposito del piano 0, sarà ripartito per squadre e ufficiali di gara; ambulanze; parcheggio scambiatore e area VIP, appunto. Sullo stesso livello, aprirebbe un’area commerciale con locali ed attività.

Parcheggi

Mentre per il piano -1, si legge “accessibile attraverso una rampa a doppio senso e costruita al limite est del lotto, troveranno posto alcuni dei parcheggi destinati alle tifoserie durante il match, agli spettatori durante gli altri eventi non sportivi e in generale ad uso pubblico. A questo livello saranno conteggiati circa 350 posti auto” per un’ area totale destinata al parcheggio da 17.400 metri quadrati che, in buona parte, sarebbe fruibile dalla cittadinanza oltre ai giorni di partite ed eventi. Inoltre altri 250 posti, in occasione delle manifestazioni, arriverebbero dal “parcheggio di prossimità ricavato nella prossima strada Tre Ponti che sarà organizzata a senso unico di circolazione ponente -> levante con una capienza di circa 250 posti auto.” E nel piano si arriva 2300 totali: 1000 dal Mercato dei Fiori, 300 dalla stazione di Arma di Taggia e 400 da quella di Sanremo, tutti collegati all’Arena con un servizio navetta.

Tornando ai campi, sopra la tribuna Nord verrebbe risistemato anche il campo ‘Grammatica’ con la costruzione di una nuova tribuna coperta, nella medesima posizione dell’attuale, da 816 posti. Tra le strutture da rimodernare anche le ‘ex Scuderie’ con la visione di una foresteria che ospiterebbe le squadre ospiti nei giorni dei match; sul tetto poi verrebbero installati dei pannelli fotovoltaici. Mentre l’edificio ‘ex Bar’ verrebbe ristrutturato.

Arena ‘green’ con copertura e parco

Nella nuova ottica, la Arena sarà un polo multi-funzione e così rientrerebbe anche un parco, da 5500 metri quadrati, con collocazione di quattro chioschi per il consumo di cibi e bevande “in una connessione ‘verde’ con gli adiacenti giardini pubblici “Villa del Sole” “. Verrebbero costruiti dei collegamenti proprio all’area verde dell’edificio di fine ‘800, riassunta in “Realizzazione del nuovo Parco pubblico, con piantumazione di nuovi alberi, realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili con pavimentazioni drenanti.”

Tra le costruzioni maggiormente di impatto – e che diventerebbe iconica – ci sarebbe la copertura retrattile che, esposta in vari studi del documento, si chiuderebbe completamente permettendo alle potenziali 13000 persone di assistere ai concerti, con qualsiasi condizione meteo. “Concepita come una pelle sottile, abbraccia con un volume reticolare traslucido e leggero tutta l’area dello storico stadio come a vestirlo di una nuova protezione “che inoltre ottimizzerebbe l’ isolamento acustico. “Il tetto è progettato – si legge – per poter garantire un’immagine di leggerezza: disegnato con una sagoma asimmetrica e sinuosa si estende per una larghezza massima di 142 m e una profondità di 101 m. Il punto più alto sarà indicativamente a 33 m dal livello della strada (corso Mazzini)“.

Il quadro economico

Un progetto faraonico (che vorrebbero inserito nel piano quinquennale 2023-27) che, per non sfociare nella megalomania, deve avere delle basi economiche solide. In sostanza, chi ci mette i soldi? E’ un’idea sostenibile? Nel documento si legge “il progetto prevede la costituzione di una società veicolo, definita SPV, che provvederà alla realizzazione dell’investimento ed alla successiva gestione delle funzioni immobiliari dell’impianto“, prevendo una gestione novantanovennale. Secondo i calcoli, le attività presenti, a regime, genererebbero ricavi per 12 milioni di euro l’anno, derivanti da spazi commerciali (mq 15.800 a € 510 mq iva inclusa), parcheggi (posti 460 – occupazione media annua, inclusi eventi – stima 25% – incasso medio giornaliero € 31 + Iva 22%); partite di calcio (n. di gare mensili 2; mesi di campionato 10; prezzo medio biglietto: 10 € + Iva 22%); eventi (stima incassi medi annuali a regime: 3.600 mio + iva).

Sugli oltre 113 milioni di euro, 1.650.000 sono calcolati come oneri di urbanizzazione al Comune di Sanremo; ai quali si aggiungono 3.500.000 euro di costi operativi all’anno. Ma, nella copertura finanziaria, la necessità complessiva sale a 145 milioni di euro con un Equity da 45 milioni di euro e il ricorso ad un finanziamento bancario da 100 milioni di euro con durata di 30 anni e tasso al 7%, per far fronte al debito. Per fare un paragone, l’Allianz Riviera della vicina Nizza è costato 245 milioni di euro, dieci anni fa.

In Italia, costruire stadi e impianti sportivi risultano operazioni complesse e ne sanno qualcosa i tifosi di Inter, Milan e Fiorentina che, dopo anni di parole, faticano a trovare una quadra. La tentazione di mettere la firma su una impresa simile, che peraltro risponderebbe anche ad alcune esigenze della città, però alletterebbe anche il più modesto tra i sognatori.