L’ingresso dei consiglieri di Imperia Rinasce all’interno del Partito Democratico è una ufficialità che, nel mondo politico locale, si attendeva ormai da qualche settimana. E in tarda mattinata, è arrivata la nota definitiva da via San Giovanni.
Nonostante alcune variazioni e probabilmente qualche dissapore, il PD diventa così il gruppo più nutrito dell’opposizione nel consiglio comunale ed avrà come leader Deborah Bellotti.

Se a livello numerico è un cambiamento che sposta relativamente poco, l’analisi andrà fatta sulle linee e le intenzioni che muoveranno il gruppo. Come sottolinea il neoentrato Ivan Bracco: “Il Partito Democratico di Imperia non deve alcun contatto con Claudio Scajola, deve esserne alternativa e non avere relazioni” rimarcando l’aspetto identitario come già aveva fatto nell’intervista di qualche giorno fa. Imperia Rinasce si è sempre contraddistinta per una linea dura nell’opposizione che, talvolta, collideva con un contrasto più morbido del PD negli ultimi anni.

“Non è tanto questione di essere più o meno duri o morbidi. Ma devono finire gli intrecci con Scajola che sono esistiti in tutti questi anni. Le persone devono avere ben chiara la nostra identità” prosegue “Come gruppo entrante ci siamo trovati subito d’accordo nel discorso che il Partito Democratico debba tornare ad occuparsi con insistenza di lavoro, di sanità e debba stare in mezzo alla gente, in mezzo alla strada dove sorgono i problemi reali. Ed è anche la linea nazionale ribadita ogni giorno” sottolinea Bracco che però non sarebbe stato accolto con il favore di alcuni membri storici del gruppo rossoverde. E l’opinione pubblica ha riletto in questa chiave il passo indietro di Verda, sconfessando i più diplomatici ‘impegni professionali'”.

L’ex Imperia Rinasce puntualizza: “Per questioni di equilibrio avevamo chiesto che Verda rimanesse capogruppo ma non ha accettato. Gestire un gruppo nutrito sarebbe diventato complicato e non collimava con i suoi impegni professionali. La figura di Deborah Bellotti è unitaria delle parti“.

“Penso che qualcosa si sia già mosso: ieri ad esempio, il consigliere regionale Ioculano è stato puntuale e netto contestando la decisione sul CPR alla Camandone mentre, dopo oltre 24 ore dalla notizia, il Presidente della Provincia non si è ancora pronunciato. E penso che sia vergognoso nei confronto dei cittadini“. Lo scorso ottobre Scajola aveva ‘suggerito’ al Ministro Piantedosi di valutare l’intera regione per il collocamento del Centro per il Rimpatrio dei migranti ma non era mai arrivata una risposta favorevole alle proteste dei sindaci del golfo dianese. “Scajola ha mentito ai cittadini dicendo che il CPR non si sarebbe fatto alla Camandone”.

E Bracco cosa ne pensa? “Personalmente sono contrario ai CPR perché sono molto più simili a delle prigioni, dove la gente non è libera di uscire. Collocarlo poi nel cuore turistico delle nostre zone, è una vera e propria follia”.