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Il Moscatello di Taggia è un prodotto che si era perso nei meandri dei decenni e che è risorto nell’ultimo periodo grazie alla caparbietà e alla passione di alcuni viticoltori del Ponente Ligure.

La trattatistica enologica, fiorente dal Cinquecento, sottolinea sempre l’importanza di questo vino ligure, ottenuto da omonimo vitigno aromatico, nel panorama vinicolo nazionale, in cui si distingue per l’indubbia qualità e la rinomanza raggiunta grazie al felice inserimento sui mercati di Roma e del Nord Europa, dove risulta uno dei più costosi e importanti.

“Il Moscatello di Taggia era il vino principe che girava tutto il mondo e partiva da Taggia durante il Medioevo e Rinascimento insieme all’oliva taggiasca; arrivava soprattutto alle corti reali e nello Stato pontificio, per questo era nominato ‘vino dei re vino dei papi'”, ha esordito ai nostri microfoni Sonia Parodi, produttrice Moscatello di Taggia.

L’associazione Produttori Moscatello di Taggia ha l’obiettivo di garantire la qualità dei propri vini con un rigido disciplinare di produzione ed accurati controlli. Il prodotto, quindi, è un’eccellente e preziosa realtà della viticoltura ligure.

“L’associazione nasce per valorizzare e proteggere tutto il lavoro che è stato fatto per recuperare il Moscatello di Taggia. Venti anni fa è partito un lavoro di recupero sul territorio per ritrovare le antiche piante che son arrivate fino a noi e nel 2011 è stata inserita la Doc Moscatello di Taggia. Successivamente si è ancora evoluta; siamo dieci aziende che gestiscono un locale di vendita diretta nel bellissimo centro storico di Taggia”, ha concluso Parodi.

L’intervista completa a Sonia Parodi nel video-servizio a inizio articolo.