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Il pilota tester internazionale Alessio Racca, originario di San Bartolomeo al Mare, che ai nostri microfoni aveva già raccontato della sua passione, è stato inserito tra i protagonisti del libro ‘Susa-Moncenisio. La corsa più antica del mondo. Storia e personaggi‘ di Marco Canavoso e Demetrio Vilardi con la collaborazione di Marilena Vena.

La corsa più antica del mondo, Susa-Moncenisio

Piloti, tantissimi piloti: campioni qualcuno. Tra gli uni e gli altri, in centovent’anni di storia, la Susa-Moncenisio ha visto sfilare, lungo i tornanti della antica strada napoleonica che sale verso il Moncenisio, migliaia di persone. Gli spettatori appassionati di motori, pronti ad applaudire i loro ‘Cavalieri del Rischio’ – così Enzo Ferrari amava definire i grandi piloti che la Susa-Moncenisio hanno corso – e le tante persone che, spesso dietro le quinte, hanno contribuito a mantenere viva una competizione che è anche un pezzo della storia, patrimonio immateriale unico e speciale. Ogni volto ha un nome e ogni nome è legato ad una storia. Storie anche minime che, insieme, fanno la storia speciale della Susa-Moncenisio.

Le parole di Alessio Racca

Una sorpresa

“È stata una sorpresa. Io sono un grandissimo appassionato di auto, ho fatto corse in bicicletta, corse in moto e poi mi sono dato alle auto. Dal 1998 ho partecipato a questa corsa, la corsa più antica del mondo, la Susa-Moncenisio; nel 1999 e nel 2000 ho fatto anche il Trofeo Fiat 600, ho vinto poi il trofeo e ho vinto anche la classe della Susa-Moncenisio. Nel mio piccolo, sono riuscito a entrare in un libro”, esordisce Racca.

In mezzo ai grandi

“Mi hanno citato con una fotografia, con un ringraziamento particolare a chi si è dedicato alla Susa-Moncenisio in mezzo ai grandi. Dico grandi perché, per esempio, ci tengo a sottolineare che chi ha vinto la prima edizione è stato Vincenzo Lancia, colui che ha fondato quella casa Lancia”, prosegue.

La macchina del tempo

È un libro che segue un ordine cronologico e che, quindi, traccia una vera e propria storia. “Io l’ho definito la macchina del tempo, una porta spazio-temporale perché aprendo anche solo le prime pagine, dalla prefazione, ti senti catapultato negli anni 1900-1910, con le strade di terra impolverate. Inizia dalla prima edizione del 1902, si porta fino agli anni ’50 togliendo le guerre e quindi con tutta una storia di come erano le competizioni. E poi, dallo stop fino al 1986 non si è corsa per varie vicissitudini degli Automobile Club e degli organizzatori. E quindi Marco Canavoso e Demetrio Vilardi con la collaborazione di Marilena Vena hanno messo su carta un’impronta per far conoscere questo mondo”, spiega ai nostri microfoni.

Che sensazione si prova ad essere inserito dentro un libro del genere? “Mi sento molto fiero perché sono quasi arrivato al professionismo e mi sento molto orgoglioso di quello che ho fatto; essere presente in questo libro significa che il mio cammino, il mio percorso, è stato ripagato”, conclude il pilota.

L’intervista completa ad Alessio Racca nel video-servizio a inizio articolo.