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Pilota tester internazionale, una lunga esperienza in campo automobilistico, sia competitivo che stradale: il pilota Alessio Racca, originario di San Bartolomeo al Mare, si racconta, tra aneddoti, curiosità e storia, ai microfoni di Riviera Time.  

La passione

“Sono sempre andato in bicicletta; quando avevo sei anni e vedevo i miei amichetti che bucavano le ruote e portavano la bici dal meccanico mi infastidivo perché io non ho mai bucato. Allora mi son fatto bucare le ruote da un mio amico pellicciaio che aveva una pistola spara chiodi per poter cambiare la gomma anche io perché avevo visto come si faceva. Da lì è nata la mia passione di meccanico”, esordisce Racca.

Il Lungomare delle Nazioni di San Bartolomeo

Il Lungomare delle Nazioni di San Bartolomeo al Mare è stata la sua prima pista in cui poter sfrecciare in bici. “Passavo le giornate in bici sul Lungomare; mi è capitato di andare anche in strada dove riuscivo a superare le macchine. Andavo di nascosto alle gare parrocchiali e mi piazzavano sempre ad alti livelli. Poi si provano i motori, prima le moto e poi le auto”, prosegue.

Gli inizi

“Ho iniziato nel 1997 quando un altro pilota che correva già da anni mi ha instradato. Quando ho iniziato a correre lui aveva vinto il Trofeo Fiat 600 e in palio c’era una vettura. Sono andato a vederla nel suo garage e sono uscito con un contratto firmato di nove gare e da lì mi è cambiata la vita. Nel 2005 sono riuscito ad essere inserito in un progetto di collaudo e di sviluppo della FIAT Panda Rally in collaborazione con Abarth. Da quell’esperienza ho conosciuto persone all’interno di Alfa Romeo, di Abarth e di Fiat che poi mi hanno dato la possibilità di far vedere le mie capacità”, racconta.

Il rapporto con Giorgio Pianta

Giorgio Pianta è stato uno dei più grandi collaudatori di auto, il papà di tutte le auto da corsa del gruppo Fiat. Ho avuto la fortuna di lavorarci insieme; a poche persone lui dava del tu, io sono riuscito a farlo. Lui era una persona molto schietta, molto rapida, ti guardava negli occhi e ti diceva ‘sali in macchina, fammi vedere come guidi’. Mi ricordo che un giorno lo portai a fare un giro sulla pista Langhe e alla fine quando è sceso mi ha detto ‘peccato che ti ho conosciuto tardi perché saresti stato uno dei miei collaboratori più fidati’. Questo mi ha dato quella forza e quella voglia di continuare”, ci illustra.

Le gare

“Di auto ho fatto circa 65 gare. Quella che mi è rimasta di più nel cuore è Mugello con i maggiolini e la rievocazione storica di Ospedaletti con la Porsche perché correre in una strada come veramente si faceva gli arbori, non in circuiti, è qualcosa di magico”, spiega.

Un consiglio

Un consiglio ai giovani che vogliono approcciarsi a questo mondo? “Se una persona studia all’indirizzo di ingegneria meccanica o comunque indirizzo automobilistico ha già porte quasi aperte, mentre il mio suggerimento per tutti è frequentare le gare per interessarsi realmente a come è questo ambiente e poi fare dei corsi di guida o partecipare a vari club automobilistici e ascoltare tutte le proposte che possono arrivare. Avere sempre testa, cuore e cinture di sicurezza ben allacciate”, conclude il pilota.

L’intervista completa a Racca nel video-servizio a inizio articolo.