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L’Asl 1 imperiese interviene in risposta alle sigle sindacali firmatarie della nota stampa dell’11 aprile relativa alla gestione dell’emergenza Covid.

““Le azioni messe in atto dall’Asl”, per citare l’espressione utilizzata dalle sigle sindacali firmatarie del comunicato, si riferiscono ad un lavoro strategico ed operativo intenso, capillare, continuo del tutto coerente con le raccomandazioni dell’OMS, del Ministero della Salute e con quanto applicato in Paesi che ci hanno preceduto nella gestione dell’epidemia con risultati significativi. Quindi, non con una prospettiva confusa ma nel rispetto di rigorose evidenze scientifiche.

La scelta di concentrare le risorse per pazienti contagiati in un solo presidio ospedaliero, diversificando gli altri due, è frutto di una strategia che non ha trovato, tra l’altro, controproposte credibili: parliamo di concentrare le risorse richieste in prima linea in un unico centro, anche per non dimenticare i pazienti affetti da altre patologie.

I reparti sono stati accorpati e ottimizzati nell’intento di diversificare le zone no-Covid come da obiettivo prioritario. Inevitabilmente, le procedure sono state rivoluzionate e l’adattamento al nuovo scenario, pur in alcuni aspetti convulso, ha consentito comunque fino ad oggi di dare un’adeguata risposta alla richiesta di cure e posti letto per i pazienti Covid mantenendo, al tempo stesso, l’operatività dei reparti no-Covid, per le procedure urgenti o non differibili.

Il modello iniziale di risposta ha previsto il ricovero presso lo Stabilimento Covid di Sanremo dei soli positivi confermati, con accesso dei sospetti a tutti i Presidi secondo competenza territoriale, in quanto l’impatto numerico iniziale dei sospetti non sarebbe stato sostenibile da un singolo Ospedale. Il filtro applicato si è dimostrato nel complesso efficace, riducendo a casi sporadici le positività riscontrate nei reparti non Covid.

Per ridurre ulteriormente questo fenomeno, i numeri attuali degli assistiti con sintomatologia tipica consentono la centralizzazione di tutti i sospetti Covid su Sanremo e si stanno eseguendo tamponi a tutti i pazienti che necessitano ricovero ospedaliero con presentazione clinica diversa da Covid, subordinandone il ricovero al risultato del test.

Va apprezzato il progressivo miglioramento della disponibilità e delle pratiche di utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuali, con estensione della protezione indiretta ai pazienti e al personale dei reparti non Covid-dedicati (dove ovviamente il rischio in una fase di transizione potrebbe essere addirittura maggiore).

Siamo certi che i sindacati abbiano inoltre presente il contesto regionale e nazionale nel quale ci siamo mossi, spinti dall’idea che, in un terreno sconosciuto, le mappe di orientamento debbano essere aggiornate e migliorate quotidianamente: è in questa cornice cognitiva e professionale che abbiamo lavorato, forti di una squadra disposta ad una intensa e alcune volte fin inattesa collaborazione. I risultati sono evidenti, e nello specifico dimostrano tra l’altro un valore relativamente basso di operatori contagiati o ammalati.

Sul fronte tamponi al personale e ai pazienti in entrata, si evidenzia come il volume teorico di tamponi da eseguire non è sostenibile, come hanno dimostrato i tempi di risposta iniziali, quando la diagnostica era centralizzata su Genova, e come dimostrano i tempi attuali con diagnostica in loco ma con numeri via via crescenti. Proporre l’esecuzione di tamponi a tappeto, quindi, oltre a non considerare le risorse disponibili, avrebbe creato un collo di bottiglia con l’unico risultato di paralizzare il funzionamento dei servizi. Da considerare, poi, il significato di un tampone negativo: sia su paziente sintomatico e ancor più su un asintomatico, rappresenta un singolo fotogramma di un evento dinamico e quindi per nulla predittivo di una futura positivizzazione.

Nella nota inviata, infine, i sindacati parlano di “una gestione dell’emergenza epidemiologica a senso unico”. Dire che siamo disponibili al continuo confronto, quando ciò non si traduca in riunioni senza chiusure operative, è una prassi consolidata di questi anni, forse utilizzata meno sistematicamente in un momento critico nel quale le decisioni talora devono essere immediate e significative. Rincresce che questi elementi non vengano colti in una nota che pare limitarsi ad osservare “ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”, perdendo l’occasione per fornire suggerimenti ugualmente puntuali ma più costruttivi”.