Araucarie bordighera

La consigliere comunale di Bordighera Mara Lorenzi interviene con una nota stampa sulla mancanza di un “Regolamento del Verde” nella cittadina.

“Le due fotografie allegate mostrano il tronco nudo di due Araucarie in giardini privati, una visibile dalla Piazzetta della Maddalena nel centro storico guardando a Nord, l’altra da Corso Italia in un’apertura tra i numeri civici 80 e 84. Stiamo seguendo questi alberi da 8 mesi chiedendoci se avrebbero avuto un’opportunità di riprendersi dopo la potatura estrema. Li vediamo sempre più sofferenti, a verifica del fatto che quella potatura non avrebbe mai dovuto succedere perché le Araucarie sono alberi che non si potano.

Facciamo conoscere pubblicamente il problema perché è serio, e c’è il rischio che possa ripetersi data la mancanza a Bordighera di un Regolamento del Verde con cui prevenirlo. Che il problema sia serio lo testimoniano gli esperti. Un botanico di fama internazionale che risiede a Bordighera ha voluto informarmi che ritiene ignobile la potatura delle Araucarie, e che quel tipo di potatura può esser definito letale. Come in molte conifere, il taglio dei rami delle Araucarie non è seguito da nuovi ricacci, e così deruba per sempre l’albero del suo valore paesaggistico ma anche eventualmente della vita, perché la mancanza delle foglie impedisce la fotosintesi clorofilliana e quindi la produzione di nutrimento e di energia per l’albero. Un noto dottore agronomo locale ha definito la capitozzatura di quelle Araucarie l’equivalente di un abbattimento, e ha raccomandato severe sanzioni per chi ha deciso tale intervento.

Bordighera non può elevare sanzioni per potature scorrette o letali perché continua a non avere norme che specificano come gli alberi devono essere accuditi. È paradossale che la città delle palme, la città che porta un pino nel suo stemma civico, la città che è custode di un patrimonio storico di innumerevoli specie autoctone ed esotiche e che vorrebbe esser pensata come “città giardino” usi un articolo del Regolamento Edilizio Comunale come sola sorgente di norme sulla gestione del Verde. L’art. 58 è un poverissimo surrogato di un Regolamento del Verde perché solo inteso ad arginare abbattimenti ingiustificati e a garantire la sostituzione di alberi abbattuti.

Paragoniamo ad una città come Varese che da secoli si merita l’appellativo di “Città Giardino”. Il suo Regolamento del Verde dà la misura dell’impegno che il Comune dedica al benessere del verde urbano, e dei motivi del suo successo. Quel Regolamento del Verde non avrebbe mai permesso ciò che è successo alle nostre Araucarie perché l’art. 12 richiede per la potatura straordinaria di piante pubbliche e private uno specifico titolo abilitativo, l’allegato 5 specifica le tipologie di autorizzazione, e l’allegato 13 elenca le sanzioni per chi procede in difetto di necessaria autorizzazione.

Dopo quasi 10 anni durante i quali il nostro gruppo ha sollecitato un Regolamento del Verde dalle amministrazioni Pallanca prima e Ingenito poi, finalmente sono stati stanziati fondi per redigerlo. Non sappiamo quando sarà pronto, e come ogni Regolamento dovrà essere valutato in Commissione e poi votato dal consiglio comunale. Sarà comunque 10 anni in ritardo perché la sua mancanza ha permesso incuria, abusi, e impunità che hanno assottigliato il patrimonio comune”.