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“Oscilliamo tra le 140 e le 170 persone al giorno in questa ultima settimana. Provenienze principali da: Afghanistan, Sudan, Eritrea e Tunisia”. Questo il bilancio tracciato da Christian Papini della Caritas di Ventimiglia in merito ai flussi migratori nella città di confine.

Una situazione complessa che, parola dello stesso Papini, ha toccato il suo apice tra luglio e agosto quando gli arrivi giornalieri raggiungevano punte di 230 persone.

Impossibile non esprimersi sugli ultimi fatti di cronaca avvenuti della città di confine: “La situazione è di difficile gestione in città e anche qui da noi – ammette Papini. Sicuramente vivere per strada, senza protezione, comporta poi un utilizzo di sostanze psicotrope che peggiorano il tutto in maniera importante. Se non si trovano altre soluzioni continuerà così, anzi peggiorerà. La cosa sta diventando abbastanza invivibile, che un commerciante debba chiudersi dentro quando va ad aprire il suo negozio non è accettabile”.

Sulla riapertura del campo: “Risolverebbe tanti problemi. Non è la soluzione totale – spiega Papini – ma sicuramente aiuterebbe perché se le persone hanno un luogo protetto in cui stare sono più tranquille. Anche per noi se c’è un campo aperto è più semplice, se è chiuso è complesso. Tutti cercano cibo, ma anche un modo per lavarsi e soprattutto un luogo dove stare la notte”.