Silvia Malivindi

Silvia Malivindi, consigliere comunale capogruppo M5S di Ventimiglia, è intervenuta sulla pratica discussa ieri sera in Consiglio Comunale sul progetto presentato dal Principe di Monaco a Ventimiglia, ex cava Grimaldi e Giardini Hanbury, frazione La Mortola.

La pratica è passata con i voti della maggioranza (PD), 2 voti contrari e 2 astenuti (tra cui il suo):

“Nel consiglio comunale di ieri si è discussa una pratica molto importante per la città di Ventimiglia, ma lo streaming non funzionava e nessuno da casa ha potuto ascoltare. Le trascrizioni delle sedute consiliari non vengono più pubblicate da tempo sul sito del comune: questo comunicato serve anche per far sapere cosa è stato detto ieri sera in Consiglio. 

Il progetto presentato dai consulenti del Principe di Monaco si mostra nel complesso positivo, e la richiesta di variante al Piano Urbanistico Comunale di Ventimiglia (Puc che dovrebbe scadere tra qualche giorno) sembra contenere l’interesse pubblico (che il consiglio comunale era chiamato a votare). In particolare, l’interesse si ravvede nella scuola botanica internazionale per 40 alunni e nel parcheggio di 100 posti auto e 4 pullman a uso dei giardini Hanbury, che attualmente ne sono sprovvisti, oltre alla creazione di un parco e di sentieri ciclopedonali fino al confine. Al momento l’area è in balìa del degrado, dell’immondizia e di incendi innescati da piromani. Ma come si è arrivati a tale situazione? Solo per colpa degli incivili o forse in parte anche dell’incuria dei proprietari? A volte si crea il degrado per giustificare il cemento, ma mi auguro che non sia questo il caso. 

Pare infatti che quell’area, secondo un “patto” del Principe Ranieri con gli eredi Hanbury, dovesse fungere da “cuscinetto verde” ai magnifici giardini Hanbury. Ecco perché è bene entrare anche un po’ nel merito del progetto, per valutare l’impatto ambientale sull’area di quei 10.000 metri quadri di residenze che verranno costruiti.

Del progetto se ne discute da tempo, già nel 2007 lo scrittore Nico Orengo ne parlava in un articolo apparso su La Repubblica e citava già la scuola di botanica, preoccupandosi però dell’impatto ambientale su quella zona così bella ma così fragile.

Ma veniamo alla discussione di ieri. A un certo punto un consigliere di minoranza ha fatto emergere che l’immobile destinato alla lavorazione dei prodotti locali indicato nella bozza di accordo di programma potrebbe essere stato, in passato, oggetto di una richiesta di condono rigettata. Ho quindi chiesto informazioni più precise sul possibile abuso, ma mi è stato risposto dagli uffici che, allo stato, non erano in misura di rispondere, anche se, a mio modo di vedere, sarebbe bastato sospendere la seduta per qualche minuto e controllare meglio. Il Presidente del consiglio ha tirato dritto, obbligandomi, mio malgrado, ad astenermi, poiché impossibilitata a verificare questo dato contenuto nella bozza di accordo di programma che ero chiamata a votare.

Non sarà certo questo a bloccare il progetto, che ora prosegue con la verifica dell’assoggettabilità alla Vas (valutazione ambientale strategica).

Personalmente mi auguro che si presti attenzione agli aspetti ambientali e tecnici presenti nel progetto, che è stato presentato dallo stesso Architetto che nel 2009 progettò il famoso porto di Ventimiglia che tra qualche tempo verrà ultimato (speriamo).

Di certo l’area della Mortola e del confine sta suscitando l’interesse di personaggi noti: prima il Principe di Monaco, e poi, nella pratica successiva, del geometra Francesco Magnano (conosciuto in passato come il geometra personale di Silvio Berlusconi) che ha presentato un’altra richiesta di variante al Puc sempre nella stessa zona.

Ciò che buona parte della cittadinanza si augura, è che il progetto non si limiti a creare un piccolo paradiso di seconde case per privilegiati scollegato dal resto di Ventimiglia ma che invece, grazie al maggiore afflusso di visitatori ai giardini Hanbury e al prestigio della scuola botanica internazionale, nonché la valorizzazione dei sentieri che portano al confine, la città possa trarre un reale (o “principesco”) beneficio.”