video
play-rounded-outline
05:15

La mostra che presenta i giardini onirici di Davide Puma è aperta da circa due settimane, nell’affascinante e sempre sorprendente spazio minerale del Forte dell’Annunziata, custode dei preziosi reperti, in gran parte marini, del museo archeologico Rossi di Ventimiglia.

Un luogo unico, sospeso sulla linea di frontiera invisibile di mare e cielo italo-francesi, racchiuso tra la silhouette del capo Sant’Ampelio a levante e quella dell’Esterel a ponente.

L’apertura della mostra è stata entusiasmante, per il pubblico, per i curatori, per i conservatori del MAR. Più di trecento persone accorse già prima delle 18, nonostante il caldo torrido di quella domenica 9 luglio, una vera festa.

La conservatrice del museo, Daniela Gandolfi, ha dato la parola al sindaco Flavio di Muro, che si è congratulato con tutti dichiarando che quello della mostra di Puma era il primo nastro a tagliare, con grande soddisfazione, in ambito culturale.

Daniela Gandolfi ha poi affermato di non aver avuto dubbi quando l’artista, che apprezza da anni, le propose di presentare i suoi ultimi lavori, i grandi formati, dei giardini onirici, nelle sale inferiori del museo, che l’estate scorsa ospitarono un centinaio di opere di Steve Mc Curry.

Oltre all’amore per l’arte di Puma, la conservatrice del MAR è stata convinta dal concetto che stava dietro al progetto, come è stato presentato dai curatori, Silvia Alborno e Fabio Falone.

“Dialoghi contemporanei/Puma vs Monet/la luce dentro” rientra infatti nel grande progetto “Reperti contemporanei”, nato nel 2005, su proposta di Silvia Alborno e l’associazione ‘Qui presenti’, con una prima mostra accolta proprio negli spazi del MAR e del museo Bicknell di Bordighera. “‘Reperti contemporanei’ è un cubo trasparente e leggero, che ogni anno andrà a posarsi sugli spazi preziosi del MAR, del Museo della Biblioteca Bicknell e altri luoghi patrimoniali del territorio, con l’obiettivo primario di valorizzarli e farli conoscere a un pubblico sempre più numeroso, attraverso i grandi flussi dell’arte contemporanea”. Così si leggeva nel progetto originario del 2004, presentato da Silvia Alborno a Daniela Gandolfi, che lo accolse allora con grande entusiasmo, in tempi in cui proporre arte contemporanea in siti custodi dell’antico e del passato, era ancora una grande novità.

Dal 2009 il museo entra a far parte della “Guida ai luoghi del Contemporaneo in Italia”, curata da Elena del Drago per Electa.

L’altra idea a convincere la conservatrice del MAR è stata la provocazione giocosa del sottotitolo Puma vs Monet, inteso come un clin d’œil al grande evento estivo del Forum Grimaldi di Monaco, Monet en pleine lumière, che resterà aperta fino al 3 settembre. La mostra monegasca contiene infatti una sezione dedicata in particolare a Bordighera e al territorio ligure, tra cui Dolceacqua e Ventimiglia, i  luoghi in cui il maestro dell’Impressionismo scelse di soggiornare e dipingere, con fatica e meraviglia, realizzando 38 fatidiche tele in 79 giorni, tra gennaio e aprile del 1884. 

Un ulteriore atout è stato mettere in rete i comuni di Bordighera e Dolceacqua, insieme a Ventimiglia, attraverso il patrocinio che è stato concesso con entusiasmo dai sindaci Vittorio Ingenito e Fulvio Gazzola.

Puma omaggerà il territorio con un’opera-performance che verrà realizzata nel corso di luglio-agosto e donata alle tre cittadine coinvolte, quale evento off a “la luce dentro”. Il finissage è previsto per sabato 12 agosto.

La luce dentro, La luce fuori”. Dentro per Puma, fuori per Monet. Perché?

Quest’idea, da cui si enuclea il titolo del grande dittico presentato da Puma quale protagonista dell’evento, è descritta, in nuce, nel progetto dei curatori: entrambi gli artisti – in un dialogo puramente democratico e non pretenzioso – arrivano a creare il proprio personale “giardino dell’anima”.

Monet lavora incessantemente nella “luce fuori” del giardino di Giverny, in una sorta di “work in progress” che mette in simbiosi la creazione del giardino e quella dell’opera, attraverso l’occhio instancabile dell’artista.

Puma si ispira costantemente alla natura e ai maestri del passato, fra cui Monet, ma lavora in studio, dove traduce il suo universo interiore attraverso una luce che viene da “dentro”.

A concludere la presentazione di apertura della mostra sulla magica terrazza del Forte, preludio di una memorabile visita guidata, che pareva mai finire per il continuo fluire di visitatori, la storica e critica d’arte Francesca Bogliolo ha sviluppato con grande profondità questi concetti, in un intervento grandemente apprezzato dal pubblico.

Dopo un excursus sull’idea di giardino dal mondo antico alla contemporaneità, passando ovviamente attraverso l’infinito di Leopardi, la critica si è soffermata sullo stile pittorico e poetico di Puma, per sviluppare infine e quasi ribaltare il concetto luce fuori/luce dentro sopra espresso; verso la fine della sua vita, più Monet perdeva la vista, più aumentava la sua capacità di “vedere” il suo “giardino dell’anima” (Giverny), usando una nuova luce, che veniva da dentro…

Ecco perché Puma vs Monet: sappiamo, almeno in parte, ciò che accadde a Monet, e l’influenza che le sue ninfee e le grandes décorations avrebbero avuto sull’astrattismo e l’action painting del Novecento.

L’esposizione sarà visitabile fino al 12 agosto, con i seguenti orari: da martedì a giovedì ore 9-12.30 / 15-17, venerdì ore 9-12.30 / 21-23, sabato ore 9-12.30 e domenica ore 21-23.

Nel video-servizio a inizio articolo, l’intervista alla curatrice Silvia Alborno e all’artista Davide Puma.