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Sono 11. Sono la “Squadra di Comuni Imperiesi” che ha accolto la richiesta di Cia Agricoltori di inserire nel regolamento della tassa rifiuti una tariffa ad hoc per le imprese agrituristiche, distinguendole da alberghi e ristoranti.

Airole, Castellaro, Ceriana, Dolcedo, Imperia, Isolabona, Lucinasco, Mendatica, Riva Ligure, San Lorenzo al Mare e Terzorio: oggi sono diventati “Comune amico del Turismo Verde”, con il riconoscimento consegnato a sindaci e assessori da Cia Imperia.

In Liguria operano 677 strutture agrituristiche, di queste, 245 (il 36%) sono nella provincia di Imperia. Un numero significativo in termini assoluti, all’interno del quadro che comprende le sole attività di impresa della ricettività turistica, escludendo le strutture extra-alberghiere e le seconde case. 228 imprese forniscono alloggio e 80 forniscono somministrazione di pasti. Ben 169 strutture operano nell’entroterra, a fronte di 76 che operano sulla costa; 134 imprese hanno come titolare un imprenditore di genere maschile e 111 (il 45%) uno di genere femminile.

“Quando si parla a vario titolo di turismo nella nostra provincia si sottovaluta il peso dell’agriturismo e si rimane ancorati a schemi che andavano bene venti/trenta anni fa”, sottolinea Mariangela Cattaneo, presidente di Cia Imperia. “Anche perché, se vogliamo, l’impresa agrituristica è l’unica che sa mettere assieme i due settori economici più importanti della nostra provincia, il turismo e l’agricoltura, oltre, come dicevamo, a contrastare lo spopolamento delle aree interne”.

“Oggi abbiamo organizzato questa iniziativa per focalizzare l’interesse su un comparto economico che esprime sicuramente vitalità e che riteniamo possa avere un futuro fatto di sviluppo e occupazione”, prosegue. “Lo abbiamo fatto consegnando ai rappresentanti dei Comuni di Airole, Castellaro, Ceriana, Dolcedo, Imperia, Isolabona, Lucinasco, Mendatica, Riva Ligure, San Lorenzo al Mare e Terzorio un piccolo attestato di ‘Comune amico del Turismo Verde’ per aver accolto le nostre richieste in tema di tariffazione della TARI”.

Questi 11 Comuni, sui 66 della provincia di Imperia, hanno inserito nel regolamento della tassa rifiuti una tariffa ad hoc per le imprese agrituristiche, distinguendole da alberghi e ristoranti, riconoscendo così le peculiarità di una attività che, per legge, deve offrire i prodotti dell’azienda agricola (freschi e quindi non confezionati), che ha un numero massimo (rapportato alle giornate lavorative nell’azienda agricola) di coperti e di posti letto all’anno e che riutilizza l’organico per ammendante o per mangime per gli animali.

“È un significativo segnale di attenzione da parte di queste amministrazioni che peraltro hanno recepito una chiara pronuncia del Consiglio di Stato, intervenuto sulla questione in termini che non lasciano dubbi all’interpretazione”, conferma Stefano Roggerone, presidente di Cia Liguria.

“Purtroppo gli altri 55 Comuni della provincia non hanno ancora recepito questa pronuncia, ma confidiamo che lo facciano nei prossimi mesi”, continua. “Questo piccolo riconoscimento verrà consegnato anche nei prossimi anni ai Comuni amici, ma anche alle altre amministrazioni o agli enti, e sarà un’occasione per fare il punto sullo stato di salute del comparto e per sottolineare i problemi tutt’ora irrisolti. E ce ne sono molti: parliamo dell’approvvigionamento idrico, della banda larga nelle aree interne, del tema dei trasporti pubblici, senza dimenticare che l’impresa agrituristica è principalmente un’impresa agricola e in quanto tale deve fare i conti con gli effetti del cambiamento climatico, dell’aumento dei costi di produzione e così via”.

“Noi ci impegneremo per far conoscere le istanze degli operatori a tutti i livelli sperando di avere degli interlocutori che se non riescono a garantire i risultati almeno riescano a garantire l’impegno all’ascolto”, conclude Roggerone.