agriturismo

La Confederazione Italiana Agricoltori, grazie al supporto delle aziende associate, da tempo ha avviato una campagna per sensibilizzare le amministrazioni comunali sull’applicazione della TARI nelle strutture agrituristiche purtroppo equiparate ai fini dell’applicazione dell’imposta alle attività commerciali.

La recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 1162 del 19 febbraio 2019) ha sancito che vi è una necessaria differenziazione, tipologica e quantitativa, tra l’attività agrituristica e l’attività commerciale.

L’agriturismo, a differenza delle altre strutture, è soggetto a restrizioni e condizioni di esercizio uniche, tra cui un limite nei giorni di apertura e nel numero di pasti o presenze complessive annue, il che significa una ridotta capacità contributiva.

La stessa produzione di rifiuti è diversa: per le attività dell’impresa agrituristica è obbligatorio l’utilizzo esclusivo di prodotti propri o delle aziende del territorio, con una considerevole riduzione di imballaggi e di rifiuti.

Alla luce di quanto riconosciuto nella citata sentenza la CIA ha immediatamente chiesto la modifica dei regolamenti TARI Comunali e la creazione di una tariffa ad hoc per gli agriturismi, giustamente proporzionata alla loro capacità contributiva e connessa alla reale produzione di rifiuti, già da giugno scorso ha inviato a tutti i Sindaci del ponente una richiesta di modifica e la sentenza in allegato.

La Confederazione Italiana Agricoltori ha appreso con soddisfazione che il Comune di Imperia ha accolto le sue richieste e che anche altre amministrazioni stanno recependo le modifiche proposte.

La CIA ringrazia le Amministrazioni che hanno dimostrato attenzione e sensibilità per la categoria degli agriturismi auspicando che tutti i Comuni della Provincia rimuovano quella che lo stesso Consiglio di Stato ha riconosciuto come una classificazione sperequativa.