siccità

Se non ci saranno precipitazioni copiose, 3,5 milioni gli italiani rischiano di dover fare i conti con il razionamento dell’acqua potabile nel corso del 2023. Dati allarmanti che, in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua (22 marzo), sono stati diffusi nientemeno che dall’ANBI, l’Associazione Nazionale dei Consorzi di bacino.

Dal punto di vista climatologico, l’inverno appena trascorso è stato il quinto più caldo in Italia dal 1800, con temperature superiori di +1,21 gradi rispetto alla media storica, con un’anomalia di addirittura +1,38 gradi nel nord del Paese, vittima altresì di una storica siccità, come testimonia anche l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr. Liguria compresa.

“Quest’ultimo inverno – dichiara Giole Calvi, delegato provinciale dei giovani per Coldiretti Imperia – ha lasciato il nord-ovest a secco: Liguria compresa. Le precipitazioni registrate sono ben al di sotto della media, arrivando a segnare un preoccupante -50/55%. In questo scenario, sono circa 3mila le imprese agricole tra olivicole, zootecniche, vitivinicole, floricole e ortofrutticole che operano sul nostro territori e necessitano di interventi mirati e urgenti. Siamo a rischio e, purtroppo, lasciati soli”.

Ancora oggi in Italia solo l’11% dell’acqua piovana viene raccolta in piccoli invasi e reti di distribuzione. Nella stessa provincia di Imperia, in diverse aree non esiste un sistema di irrigazione agricola, non vi è manutenzione delle poche reti esistenti e, aggiunge Calvi, “in alcune condotte dell’acqua potabile si registrano (a causa dei frequenti guasti) perdite medie che superano anche il 30% della portata. Una gestione scellerata di una tematica fondamentale per il territorio – incalza ancora il delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa – che, se non verrà modificata immediatamente, porterà a un collasso dell’intero comparto sotto gli occhi di tutti. Regione Liguria, in silenzio, continua ad osservare dalle finestre quanto sta accadendo. Siamo giovani, ma non sprovveduti: da tempo proponiamo soluzioni, progetti e idee come nel caso del riutilizzo delle acque del depuratore. Purtroppo, però, solo parole”.

“Per agire concretamente – concludono Gianluca Boeri e Domenico Pautasso, presidente e direttore di Coldiretti Imperia – e poter accedere ai finanziamenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione nazionale (FSC), è necessario creare di un consorzio di secondo grado che raggruppi tutti i piccoli consorzi irrigui presenti sul territorio, lasciando a questi ultimi l’autonomia gestionale. L’acqua è un bene primario: senza acqua non c’è vita. Cosa deve ancora accadere affinché si prenda visione di quello che abbiamo intorno? Non serve fare proclami se poi non si è coerenti e consequenziali”.