alessandro condò

Alessandro Condò, candidato sindaco per ‘Sanremo Libera’ alle prossime amministrative, interviene in merito al reddito di cittadinanza:

“Nell’ambito della nostra attività che ci vede impegnati nel garantire trasparenza, concretezza, dialogo, imparzialità,correttezza, giustizia,  sostenibilità, rispetto delle tradizioni, solidarietà e rispetto per l’ambiente, siamo venuti a conoscenza di una situazione che a nostro avviso andrebbe concretamente affrontata e resa nota, in quanto riteniamo che possa essere l’ennesima mancanza di rispetto nei confronti degli italiani.

Sanremo, situata a circa 20 km dal confine con la Francia, ha subito e sta subendo come altre cittadine del Ponente Ligure, le peggiori conseguenze dell’incontrollato flusso migratorio di questo ultimi anni.

In questa zona vivono parecchi cittadini extracomunitari giunti in Italia da diversi anni; molti di loro hanno ottenuto la residenza nel nostro Comune e, grazie a ciò, beneficiano di permessi di soggiorno a lunga scadenza.
Com’è noto, questo documento, consente di potersi spostare liberamente all’interno dei paesi della UE, ed è per proprio per questo motivo che molti di loro hanno preferito spostarsi in Francia non solo per lavorare, ma anche per vivere. Tutto questo risulta agevolato dalla totale mancanza di controlli da parte dei vari Comuni, che non si preoccupano praticamente mai di verificare se questi extracomunitari siano regolarmente presenti ai loro indirizzi di residenza.

Queste condizioni a dir poco vantaggiose, rappresentano un’autostrada a 4 corsie per tutti i furbacchioni che, con l’introduzione del reddito di cittadinanza, intravedono la possibilità di aumentare considerevolmente le proprie entrate.

Il “gioco” è molto semplice, ed è questo: l’extracomunitario non ancora iscritto all’ufficio di collocamento (la maggior parte a dire il vero lo è già), si fionda a fare l’iscrizione; subito dopo compila un’ autocertificazione nella quale ovviamente, a causa della mancata applicazione del DPR 445/2000 (a Sanremo siamo assolutamente certi che sia così) che dovrebbe obbligare tutti i cittadini comunitari ed extracomunitari ad integrare le autocertificazioni con un certificato consolare che possa attestare la presenza o meno di beni mobili o immobili posseduti in altri paesi, dando così  una precisa indicazione di quale sia la situazione patrimoniale di chi sta autocertificando, il reddito sarà pari a “zero” in quanto non verranno indicate le entrate da lavoro svolto in Francia.
A questo il punto, il reddito di cittadinanza è assicurato.

Vero è che a colui che ne usufruirà verrà proposto un lavoro, ma se teniamo conto di quanti possano realmente essere le offerte d’occupazione in proporzione alle domande inoltrate, prima che il centro per l’impiego possa concretamente offrire un lavoro, potrebbero passare svariati mesi se non addirittura più di un anno. In questo lasso di tempo, però, chi ha fatto domanda inizia a ricevere i suoi 780 euro che sommati ad un altro stipendio preso in Francia, fanno un bel gruzzoletto mensile. Ed il gioco è fatto!!

Ma poi, proprio perché la furbizia non ha razza e colore, siamo certi che lo stesso tipo di escamotage verrà quanto prima adottato anche dagli italiani residenti all’estero, i quali troveranno anche loro, il modo per riempirsi un po’ di più le tasche a spese dei contribuenti italiani.
Riteniamo che questa situazione non possa continuare in questi termini, soprattutto in considerazione del fatto che stiamo parlando di diverse decine di migliaia di persone tra extracomunitari ed italiani, che potrebbero mettere in atto questa che, a tutti gli effetti, può essere considerata una vera e propria truffa”.