infermiere

Da ieri in tutto il dipartimento delle Alpi Marittime è aumentata la stretta sui trasgressori al divieto di muoversi al di fuori delle proprie abitazioni. Altri 300 rinforzi sono entrati in funzione e sono arrivati i risultati sotto forma di multe: ne sono state elevate 26 su 700 controlli effettuati. Sotto sorveglianza anche i parchi forestali e le stazioni sciistiche.

Tra chi trasgredisce gli ordini e chi inizia a perdere la calma, la situazione va tenuta sotto stretto controllo per evitare la diffusione e per proteggere tutti quelli che fanno parte del sistema sanitarioe sono sottoposti a turni massacranti con l’obiettivo di curare più persone possibili. Proteggerli da chi sta perdendo il lume della ragione e sono sempre di più infatti i medici e gli infermieri che denunciano furti o tentati furti sulle loro auto, finestrini infranti da psicolabili per cercare mascherine o altri prodotti igienizzanti, non riuscendo quasi mai a portare a termine il loro insensato intento ma anzi ottenendo l’effetto contrario.

Lo racconta il Nice Matin che raccoglie l’urlo di disperazione di una giovane infermiera, mamma di una bimba di 18 mesi, che si dice costretta ad arrendersi in mancanza delle condizioni minime di sicurezza cui lei e i suoi colleghi sono costretti a lavorare. “Dove sono le mascherine protettive? Dove sono le bluse e i gel? Ci hanno messo a disposizione le mascherine chirurgiche, come mettersi un fazzoletto sulla bocca. E in più dopo diversi danneggiamenti alla mia vettura, ho tolto il contrassegno da infermiera. Non ne posso più, mi fermo”.