Niente “idiotes” alle assemblee

La questione “Assemblea d’Istituto” da sempre è al centro di numerose discussioni e alla luce dell’ultima assemblea tenuta il 21 dicembre è lecito fare alcune considerazioni.

Grazie alla recente riapertura dell’Aula Magna del Liceo, abbiamo uno spazio in cui riunirci, anche se divisi tra biennio e triennio. Partirei proprio da qui, sottolineando il fatto che fortunatamente noi abbiamo la possibilità di riunirci, di ritrovarci in un’aula ed esprimere le nostre opinioni. L’assemblea è il momento in cui l’alunno conferma la sua identità di studente sviluppando lo spirito di appartenenza al Liceo, il momento in cui si mette in gioco per discutere e, perché no, scontrarsi con gli altri studenti trattando i più svariati argomenti, determinando una crescita personale che si distacca da quella meramente scolastica.

Purtroppo però le ultime esperienze nel nostro Liceo sono sempre più deludenti: un malcontento generale aleggia tra gli alunni che vanno ripetendo a gran voce quanto le assemblee siano noiose e poco coinvolgenti. A questo punto sorge un problema, molto semplice e concreto: chi costituisce questa assemblea? Chi ne è il vero protagonista?

Domande alle quali forse chi si lamenta non ha mai risposto nel modo giusto, approfittando dell’esorbitante facilità di puntare il dito su chi sta più in alto, senza rendersi conto che il funzionamento dell’assemblea è in realtà nelle mani degli studenti stessi.

Non spetta solamente ai rappresentanti proporre un ordine del giorno, spesso sterilmente accolto tra un generale menefreghismo; le idee dovrebbero arrivare dal basso. In un mondo in cui noi giovani studenti dovremmo avere più coscienza di ciò che ci circonda, è deludente vedere persone prive di ideali e valori che talvolta però si arrogano il diritto di lamentarsi.

Sperare in un’Assemblea a tutti gli effetti non è un’utopia. Non vanno cambiati i rappresentanti o i regolamenti, ciò che deve cambiare è lo spirito di ciascuno di noi. Noi che non possiamo permetterci di essere idiotes (nel senso greco di uomo privato, noncurante della polis) in una realtà che non può prescindere dalla forza di unione, dalla positività e dall’iniziativa di tutti.

Marielen Reinhardt – Liceo Vieusseux Imperia