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In viaggio umanitario dalla Spagna all’Ucraina con tappa ad Imperia. Ieri pomeriggio i volontari di Tecnicos Emergencias en Accion (partiti alle 16 del lunedì di Pasquetta) hanno fatto tappa presso la sede della Croce Bianca del capoluogo, prima di ripartire – questa mattina – alla volta di Kiev, dove sono attesi giovedì mattina. Nonostante le lunghe distanze, i tempi sono molto stretti a causa dei recenti attentati in Russia e i controlli ancora più serrati.

Javier Francisco Bueno e Andrea Gomez lasceranno il mezzo di emergenza, con tanto di materiale di primo soccorso, ai loro contatti e torneranno a casa – a San Pedro del Pinatar, vicino Murcia – riprendendo l’aereo da Varsavia. Un viaggio estenuante, nato dalle loro solo forze volontarie: “Non abbiamo avuto finanziamenti pubblici ma tutto questo è frutto delle nostre raccolte fondi, a cominciare dall’acquisto del mezzo” sottolinea Andrea, imperiese di origine. L’idea iniziale era quella di portare una ambulanza ma, spiega, che un fuoristrada si adattava meglio alle esigenze dei civili, per raggiungere i paesini con strade impraticabili e bombardate.

Per la squadra dei Tecnicos Emergnecias en Acciòn non è la prima missione umanitaria: erano già stati in Ucraina due anni fa, poi avevano portato aiuti anche in Turchia dopo il terremoto. “Il nostro punto di riferimento là sarà un ex bambino di Chernobyl che venne adottato da una famiglia galiziana dopo la tragedia della centrale nucleare” racconta Andrea che ha un mondo da raccontare, un libro aperto. Ma c’è una storia nella storia che rende tutto ancora più avvincente: “Io sono nato ad Imperia e conosco Roberto (Trincheri, presidente della Croce Bianca, ndr) davvero da tanto tempo e non ha esitato a darci aiuto e ospitalità”.

La vita poi lo ha portato a Murcia, paese originario del papà, dove vive da 33 anni. Il viaggio diventa una anche una ‘scusa’ per rivedere vecchi amici ed i fratelli Manolo – socio storico della pubblica assistenza imperiese -, Balbina e Rosita.
Alle prime ore dell’alba sono ripartiti, ora saranno più o meno al confine e allora: ‘Suerte, Javier e Andrea!