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Tra le aie di Mendatica Riviera Time si è imbattuta nella residenza campestre di Renata di Savoia, ultima contessa di Tenda, comunemente chiamata Madama D’Urfè.

Un pò di storia

Il 20 febbraio 1424 il cancelliere genovese Nicolò di Camogli, su incarico di Luciano Spinola, investito a sua volta dal Senato di Genova della definizione della controversia tra i Ventimiglia e i Lengueglia, assegnò ai legittimi successori dei signori Giacomino e Bonifacio della Lengueglia Cosio, la villa di Mendatica con la metà di Montegrosso, di Borghetto di Mendatica e della Bastita dei Gaibizi (detta volgarmente “a Rocca da Bastia”), mentre ai Conti di Ventimiglia venne attribuita l’altra metà di Montegrosso, del Borghetto e della Bastia. Il 13 giugno 1449 i rappresentanti di Montegrosso, Cosio e Mendatica prestarono quindi solenne giuramento di fedeltà alla Repubblica di Genova, che estese così il suo dominio a tutta l’alta Valle Arroscia. I possedimenti dei Ventimiglia passarono intanto verso il 1460 nelle mani di Onorato I di Tenda, al quale successe il figlio Giovanni Antonio Lascaris, la cui unica figlia, Anna, si sposò nel 1501 con Renato Filiberto di Savoia, dal quale ebbe due figli, Claudio e Onorato II.

Alla morte di Claudio, divenuto nel frattempo conte di Tenda, i suoi beni passarono alla figlia Renata nel 1566, mentre entrava in scena anche il duca Emanuele Filiberto di Savoia, che stipulò un’intesa con la figlia di Onorato II Enrichetta, la quale gli cedette il 10 aprile 1575 il contado di Tenda e la signoria del Maro, seguita pochi mesi dopo pure da Renata, che il 15 e 16 novembre 1575 cedette al duca sabaudo le sue signorie sulle valli del Maro, su Pietralata, Oneglia, Pornassio, Carpasio e altri paesi già appartenenti alla contea di Ventimiglia. Il 16 aprile dell’anno successivo Emanuele Filiberto acquistò da Gian Gerolamo Doria anche la valle di Oneglia, che nel 1580 il duca eresse alla dignità di Principato.

Le parole di Mariano Porro

“Siamo nella cantina di una delle case più antiche di Mendatica, risalente a fine 1400, inizio 1500, che fu residenza campestre di Renata di Savoia, comunemente denominata Madama d’Urfé. Questa casa è stata dismessa nell’anno 1975, poi è passata probabilmente ai mezzadri di questa contessa. La cantina è perfettamente conservata com’era, è stata restaurata. Era l’unica casa di antica che aveva l’acqua corrente che scaturisce dalla grotta. La cantina con grotta al tempo era già dotata di torchio originale con vite in legno di noce”, ci spiega il proprietario del luogo, Mariano Porro.

L’intervista completa a Porro nel video-servizio a inizio articolo.