Con una narrazione coinvolgente, come se fosse un aedo dei nostri tempi, sabato 22 gennaio, Matteo Nucci, finalista premio Strega, racconterà la dimensione eterna dei due grandi eroi omerici, Achille e Odisseo, modelli umani contrapposti che travalicano il mito per interrogarci, ancora oggi, su chi siamo.

A partire dalle 16.30, a Villa Nobel, Matteo Nucci presenterà “Achille e Odisseo” (ed. Einaudi) all’interno della rassegna letteraria Sa(n)remo Lettori!” che sta riscuotendo grande partecipazione di pubblico.

La rassegna è ideata e curata dalla professoressa Francesca Rotta Gentile (docente di lettere dell’Istituto Colombo)eproposta dall’assessorato alla cultura guidato da Silvana Ormea.

Modera l’incontro Stefania Sandra vicepreside e docente di lettere del Liceo Cassini di Sanremo. Con Francesca Rotta Gentile. Letture dell’attore Eugenio Ripepi.

Ingresso libero con prenotazione su https://www.eventbrite.it/e/biglietti-sanremo-lettori-incontro-con-matteo-nucci-214640293897

Info: Villa Nobel, 0184/501017

Gli incontri di “Sa(n)remo Lettori” sono riconosciuti come formazione docenti per ogni ordine e grado e inseriti dal Liceo Cassini di Sanremo sulla piattaforma SOFIA (codice 66427).

Achille e Odisseo” (ed. Einaudi)

Che cosa vuol dire essere uomini? Gettarsi a capofitto contro gli ostacoli a costo della morte, o pianificare con astuzia ogni mossa? Inseguire la verità, o manipolarla? Essere Achille, oppure Odisseo?

«Nessuno fra gli antichi Greci ignorava la profonda distanza caratteriale che divideva i due eroi. Nessuno ignorava la vita di Odisseo e la morte di Achille, l’astuzia del primo e la schiettezza del secondo, la riflessività dell’uomo maturo e l’impulsività del giovane. Il loro desiderio di uccidere la morte. L’uno schivandola. L’altro disprezzandola».

Fin dall’antichità, Odisseo e Achille sono considerati i paradigmi di due modi antitetici di affrontare la vita. Da una parte un’intelligenza duttile, capace di adeguarsi alle circostanze per aggirare gli ostacoli, dall’altra la ferocia di chi pretende di dare forma alla realtà. Odisseo sa aspettare, sopportare, pur di salvarsi. Achille no, consuma l’attimo, divora la propria esistenza. Perché è troppo schietto, istintivo, collerico, almeno quanto Odisseo è prudente, strategico e ingannevole. L’uno rivolto al futuro, l’altro concentrato sul presente, sono entrambi incapaci di fare i conti con il passato. E sono fragili, come tutti noi, come noi destinati a un corpo a corpo con la loro finitezza. Ma che cos’è l’eroismo se non vivere fino in fondo la propria condizione mortale? Attraverso lo sguardo di Achille e Odisseo, Nucci racconta due visioni diverse del mondo, tanto radicate nell’immaginario collettivo da riuscire a parlare, ininterrottamente, al nostro tempo.