guido abbo

Imperia al Centro interviene in merito alla pratica relativa all’acquisto dell’immobile dell’ex sede dell’APT in Viale Matteotti:

“Il prossimo Consiglio Comunale esaminerĂ  una pratica relativa all’acquisto dell’immobile ex sede dell’APT in Viale Matteotti 54 bis, per adibirlo a sede degli Uffici dei Servizi Cultura e Sport, attualmente localizzati nel ridotto del Teatro Cavour.

L’immobile in oggetto, della superficie di circa 484 mq, verrebbe acquistato al prezzo di euro 560.000,00, da pagare con uno strano meccanismo: il 18% ovvero 100.800 subito, rate mensili di 2.000 euro cadauna per 5 anni e saldo di ben 372.907 al quinto anno (e quindi sulle spalle della prossima amministrazione!); a tutto ciĂČ dovranno
essere aggiunti costi non quantificati di ristrutturazione e allestimento.

Quanto alle motivazioni di tale decisione, la bozza di delibera non esprime valutazioni politiche, ma fa semplicemente riferimento ad una sconcertante relazione tecnica interna che accerterebbe l’indispensabilitĂ  e l’indilazionabilitĂ  (addirittura!) di tale acquisizione, in quanto il ridotto del Cavour dovrĂ  essere liberato per procedere ai lavori di restauro in programma, e si rende necessario reperire una sede alternativa per il personale. CiĂČ Ăš
sicuramente vero, ma non si capisce come si possa affermare che l’unica soluzione obbligata consiste nell’acquisto dei locali ex IAT.

Per comprendere l’assurditĂ  della scelta che si sta compiendo si tenga conto del fatto che i dipendenti da spostare sono 7, e pertanto la nuova sede offrirĂ  loro circa 70 mq di uffici a testa (settanta!!!), con un costo complessivo che, fra acquisto e ristrutturazione, sarà superiore a 100.000 euro per ognuno di loro; pare difficile credere che ai dipendenti del Settore Cultura sia davvero necessario tutto questo spazio, e che non sia ottenibile a costi minori…

E’ falso che non sia possibile reperire altro spazio idoneo per collocare questi 7 dipendenti: Ăš sufficiente fare un giro per il Comune per constatare che il Palazzo, con il blocco del turnover, si sta svuotando e in molti uffici, rimuovendo le scrivanie libere, si potrebbe tranquillamente giocare a calcetto. Si tenga presente che i dipendenti in forza all’ente erano 369 nel 2012 e soltanto 330 a maggio 2018 (e probabilmente saranno ancora meno oggi, con ulteriori esuberi e pensionamenti con quota 100); non pare che ci vogliano grandi sforzi per trovare spazio per sette dipendenti, considerando che gli stessi spazi ospitavano sino a sei anni fa ben trentanove persone in piĂč di oggi!

L’Amministrazione si nasconde dietro lo stato di necessitĂ  descritto nella relazione tecnica ma si tratta in realtĂ  di una scelta meramente politica, di cui la delibera peraltro non indica i motivi; se il Sindaco vuole acquisire questo immobile perchĂ© Ăš bello, o perchĂ© il prezzo Ăš favorevole, o per qualche altro motivo, deve avere il coraggio di dirlo chiaramente ai suoi cittadini, e soprattutto deve spiegare perchĂ© tale spesa Ăš per lui prioritaria rispetto, ad esempio, a interventi negli edifici scolastici, ovvero a un piano di asfaltature, oppure alla ristrutturazione di altri immobili, giĂ  di proprietĂ  del Comune, che ben potrebbero essere adibiti con spese molto inferiori a uffici per il Servizio Cultura, come ad esempio il Polivalente o parte dell’edificio scolastico di Piazza Ulisse Calvi o l’Asilo Nido di Castelvecchio o altri.

Prima di ordinare le brioche, forse, sarebbe il caso di accertarsi che il pane sia in tavola e che i bisogni primari siano soddisfatti
”