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Alla fine è sicuro: l’ex ponte ferroviario sulla foce del torrente Argentina, oggi attraversato dalla pista ciclabile, verrà definitivamente demolito. Le sue arcate che da settant’anni solcano il corso d’acqua saranno distrutte per far posto ad un nuovo ponte ad un’unica campata con un finanziamento proveniente dai fondi PNRR di 5 milioni.

L’intervento è considerato indispensabile per garantire un adeguato deflusso delle acque del torrente in caso di piena, ma a molti la demolizione e ricostruzione pare una spesa inutile: le criticità ci sono, ma sembrano perlopiù dovute al restringimento del letto del fiume a causa delle due arcate occupate dalla viabilità, una sulla sponda di Arma di Taggia e una su quella di Riva Ligure.

Proprio il sindaco di Riva Giorgio Giuffra ci spiega il perché della necessità di intervenire con la demolizione e le modalità dei lavori che interesseranno tutto il tratto focivo: “I piloni del ponte rappresentano un’ulteriore criticità individuata dai tecnici per il deflusso delle acque, formando un ostacolo. Ciò comporta la revisione della viabilità spondale con la rimozione delle due strade che occupano le arcate in entrambi i comuni e fornendo una soluzione alternativa alla circolazione”.

La criticità maggiore al deflusso delle acque non pare comunque il ponte, quanto la strozzatura finale che l’Argentina ha nel suo sbocco marino, dovuta ai moli di ingresso del porticciolo di Arma: “Lo sbocco a mare del torrente verrà rimodulato in un terzo lotto di intervento. Partiamo da monte per arrivare a valle: col primo lotto si rifarà l’arginatura tra il ponte della via Aurelia e il ponte della ciclabile, col secondo lotto abbiamo appunto la demolizione e ricostruzione del ponte, entrambi già finanziati. Il terzo lotto prevede la rimodulazione dell’arginatura nel tratto dal ponte al mare con il conseguente studio sullo sbocco a mare per rendere il rischio nullo”.

L’intervento porterà l’intera regione Prati al di fuori dell’area rossa di rischio, permettendo così a residenti e aziende del luogo di “godere di diritti e norme urbanistiche permesse a tutti, saranno permessi piani casa e ampliamenti dell’esistente, ovviamente non si andrà incontro ad una cementificazione selvaggia”.