Chiusura bar e ristoranti di Imperia
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Chiuderanno questa sera alle 18 in maniera totale, per i prossimi 14 giorni, bar, ristoranti e gelaterie di Imperia così come nel resto della regione. La zona arancione, nella quale entreremo da mezzanotte, impone una nuova serrata ai locali.

Abbiamo raccolto le opinioni e le preoccupazioni di alcuni esercenti del capoluogo.

“C’è stato il contentino e poi la bastonata – dice la titolare del Bar Bon Caffè al N.11. Siamo di nuovo come parecchi mesi fa, è drammatico. Un incubo senza fine. I numeri parlano da sé, ognuno di noi ha una responsabilità. Anche l’asporto presume costi elevati. Qui a Oneglia domani ci sarà il mercato e noi dovremo chiudere. Non ho niente contro la categoria, ma mi chiedo se a livello istituzionale queste considerazioni non si pongano”.

“Nella realtà dei fatti il nostro locale era già chiuso da quando c’è stato il blocco alle 18. Essendo un bar notturno sarebbero state più le spese per aprire che il guadagno – spiega la gestrice del Three Monkeys di calata Cuneo. Questa cosa inizia a pesare. Pur seguendo le regole tutta l’estate non è stata proficua, vedremo ora come andrà. Incrociamo le dita e speriamo che questi 14 giorni siano gli ultimi di chiusura”.

Anche le pasticcerie, come detto, saranno costrette alla chiusura e tenteranno di utilizzare l’asporto come palliativo: “Ci stiamo organizzando per l’asporto come facevamo già dopo le 18 – evidenzia la proprietaria di Antiche Dolcezze. Ci sarà qualche disagio in più, la gente non potrà accedere ai locali e dunque passeremo loro l’ordinazione sulla porta. Cercheremo di fare un servizio il migliore possibile per quanto ci è consentito. Sempre meglio così che la chiusura totale, questo sicuro”.

Timore anche per il Natale e per un lockdown, almeno per il settore ristorazione, più lungo delle attuali previsioni governative.

“Non si riescono a capire bene i parametri utilizzati. Non c’è tranquillità, ma paura e il commercio ne soffre in toto non solo quello del nostro settore. Quest’anno abbiamo perso la Pasqua, le cerimonie, le feste, abbiamo perso tutto. In pratica abbiamo lavorato due mesi e questo incide tantissimo”.

Non si può poi non parlare di dipendenti, con la cassa integrazione in deroga unico strumento a disposizione.

“Sicuramente ricorreremo alla cassa perché dubito fortemente che saranno due settimane. Io non mi illudo più perché tutte le volte prendo delle cantonate”.

“Stiamo facendo tutto il possibile per non lasciare a casa nessuno. Dobbiamo usufruire della cassa integrazione perché non abbiamo modo di fare diversamente. Alla riapertura cercheremo comunque essere tutti insieme. I sacrifici proviamo a farli noi affinché non pesino sulle spalle dei nostri dipendenti”.

Anche nel capoluogo c’è poi ci ha aperto da poco una nuova attività e si trova ora di fronte a questo brusco stop. È il caso di Frank and Grace American Diner: “Stiamo rivivendo quanto vissuto a marzo. Prima del lockdown eravamo pronti per aprire. Il problema è che questo è ovviamente un impedimento per farsi conoscere e avviare davvero l’attività. In questo momento di incertezza non riusciamo a mantenere del personale, siamo veramente costernati per questo e per non aver potuto rinnovare i contratti a tempo determinato di chi lavorava con noi”.