sigaretta

Nelle ultime due settimane la vendita di sigarette nei tabaccai francesi è aumentata del 35% nel dipartimento delle Alpi Marittime, ma alcune rivendite di Mentone segnalano incrementi del 500/600%, un’autentica boccata d’ossigeno dopo lunghissimi mesi di vacche magre.

Se serviva una prova che i francesi del sud-est fanno scorte di ‘bionde’ al di fuori dei circuiti tradizionali, questi dati lo dimostrano anche troppo chiaramente. In particolare i tabacchini nudi e crudi che sono autorizzati a tenere aperto tutto il giorno a differenza dei bar tabacchi che possono aprire, non certo per vendere prodotti da bar, solo al mattino, registrano aumenti pomeridiani sino a qualche settimana fa impensabili.

I gestori parlano di acquirenti arrabbiati costretti a pagare il doppio di quello che erano abituati, a volte sorpresi del prezzo di un pacchetto, con le Marlboro a 10 euro, le Philip Morris a 9,80 e le meno care a 9,40 come le Winston, le Lucky Strike o le Benson&Hedges. Molti hanno così deciso di ripiegare sull’acquisto del tabacco ma in ogni caso il centro di distribuzione dove avviene la ‘levata’ nel sud-est francese ha registrato un aumento delle richieste pari al 110%.

Insomma, il confinamento ha riservato una bella sorpresa ai tabaccai che si gustano una sorta di vendetta nei confronti di chi comprava sigarette in Italia o anche di contrabbando, molto fiorente sul Mediterraneo francese con l’importazione illegale di grossi quantitativi provenienti dal Maghreb.

Un altro aumento a partire dal prossimo mese di novembre è già stato annunciato dal Governo transalpino, quando nessun pacchetto costerà meno di 10 euro, l’ultimo di una lunga serie i cui effetti dovevano essere quelli di una sempre minore incidenza dei malati tabagisti sulla Sanità Pubblica ma che non hanno dato i risultati sperati almeno sinora. Quel che è certo è che da quando sono stati praticati questi aumenti, sono costretti alla chiusura 200 tabaccai francesi all’anno.