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Fresca dallo spettacolo di ieri sera a Cervo, l’attrice Irene Ivaldi racconta ai nostri microfoni come sono andate le prime due serate del suo ‘Tempeste‘, parlandoci anche di lei e del suo rapporto con il borgo. Infine, dà appuntamento questa sera e lunedì sera a Palazzo Viale a sentire la storia di ‘donne che parlano, ma non trovano il modo di dialogare davvero’.

Le parole di Irene Ivaldi

Due serate di spettacolo sono già trascorse. “Le due ‘Tempeste’ sono andate bene; il pubblico è ormai fidelizzato con Palazzo Viale e sono dieci anni che vengo”, esordisce ai nostri microfoni l’attrice Irene Ivaldi.
Altri due sono gli appuntamenti: questa sera e lunedì sera. Sensazioni? ” Sto benissimo. Una volta che parte una cosa è divertente portarla avanti. La prima sera c’è sempre un po’ di ansia ma sono in questo posto meraviglioso, vicino al mare, con tanta gente che ormai conosco e che conoscevo già da prima, per cui non c’è veramente nessun ostacolo”, prosegue l’attrice.

‘Tempeste’

“Prendendo spunto da altri testi teatrali già scritti o cose molto vecchie che si rifanno al genere grottesco ho scritto due monologhi di donne. Sono storie un pò al limite, perché mi piace tantissimo il grottesco; trovo permetta di affrontare la realtà in modo brioso”, spiega Ivaldi.

Si tratta di riflessioni ad alta voce che non trovano eco nei pensieri degli altri. A volte serie, a volte buffe, le donne cui viene data voce cercano un contatto tra loro che non può avvenire. Come renderlo? Scrivendolo e mettendolo in scena con dei cambi d’abito velocissimi, ad esempio. E sfruttando le stanze in cui il pubblico non entra per creare delle figure di sola voce. 

Il rapporto con Cervo

“Cervo in realtà la conosco da quando sono nata, perché i miei nonni abitavano qui e mia zia adesso abita qui. Sono affezionatissima, conosco questi caruggi come se fossero casa mia. Mi emoziona pensare che siano passati tanti anni. Spero che mi accordino la fiducia che mi è stata data in questi dieci anni e per questo ringrazio veramente con tutto il cuore”, conclude Irene.

Irene Ivaldi

Irene Ivaldi all’interno di Teatro di Dioniso conduce da anni una personale e appassionata ricerca teatrale che l’ha portata a dare vita sulla scena a personaggi quali Livia Serpieri (protagonista di ‘Senso di Boito’), Anna Karenina fino ad affrontare l’ironia corrosiva di Nicolaj, elaborando due dei suoi monologhi al femminile ‘Zie e piccioni’ e ‘Sale e tabacchi’.

L’anno scorso invece ha deciso di prendere spunto dalla regina del noir Patricia Highmisth con ‘Piccole storie di misoginia’. Nel 2022 Irene Ivaldi trattò ‘Solitudine alternativa’ dando vita ad una performance brillante ed irresistibile, un one woman show, dove non si risparmia. Erano due testi molto liberamente tratti da Dino Buzzati e Olga Tokarczuk pienamente e completamente rivisitati da Irene Ivaldi.

“Abbiamo iniziato dieci anni fa e devo ringraziare Irene perchè è eccezionale, una bravissima attrice che noi amiamo e ammiriamo”, ha commentato durante lo spettacolo di ieri sera il sindaco di Cervo, Lina Cha.

Eventi facenti parte del ‘Progetto Teatro‘. Organizzati dall’associazione ‘Compagnia du Servu‘ in collaborazione con il Teatro di Dionisio ed il patrocinio del Comune di Cervo, gli spettacoli si svolgono all’interno del Palazzo del Viale che un tempo fu l’abitazione di Piero Citati, decorato con affreschi meravigliosi.

Appuntamento questa sera, sabato 19 agosto e lunedì 21 agosto alle ore 21:30 a Palazzo Viale. Info e prenotazioni 328 7122351.

L’intervista completa a Irene Ivaldi e una parte dell’intervento di ieri sera del sindaco Lina Cha nel video-servizio a inizio articolo.