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È un bilancio in chiaroscuro per la provincia di Imperia quello emerso grazie ai dati, relativi al 2021, raccolti nel consueto report annuale di Cgil. Da un lato qualche segno di ripresa dopo due anni di pandemia, dall’altro i problemi atavici che permangono disoccupazione, all’11,2% dato più alto del nord Italia e povertà, con il 7,8% di popolazione che percepisce reddito o pensione di cittadinanza, su tutti.

A illustrare quanto messo insieme Marco De Silva, responsabile dell’Ufficio Economico di Cgil Liguria, e Fulvio Fellegara segretario provinciale del sindacato.

“Per la prima volta abbiamo anche buone notizie – esordisce De Silva. Tra queste la tenuta demografica, il risveglio dell’occupazione, la tenuta del sistema impresa e un turismo che ha ripreso vigore e che andrà a superare i numeri del 2019 nonostante l’assenza dei russi. I punti positivi dell’anno appena passato non nascondono comunque gli elementi di fragilità del mercato del lavoro imperiese. L’occupazione è cresciuta maggiormente rispetto alle altre province, ma nei campi in cui è meno retribuita e più fragile. Da qui esce il dato negativo per le pensioni che sono inferiori in media del 25% rispetto a quelle regionali”.

De Silva individua poi nei fondi Pnrr, oltre 200 milioni di euro, l’arma buona per poter porre rimedio a molte criticità: “Sicuramente, se utilizzati opportunamente, potranno invertire la rotta e dare sostegno a tutta una serie di attività stabili e permanenti di cui questo territorio ha particolarmente bisogno”.

“Serve lavorare sulle fragilità e investirci sopra – aggiunge Fellegara. Dobbiamo purtroppo ricordare come questo territorio abbia il tasso di disoccupazione più alto della Liguria e quello di occupazione più basso. I livelli di istruzione e l’abbandono scolastico più alto del nord Italia portano poi a un lavoro precario e poco qualificato. Ci sono inoltre le questioni sociali con un tasso di povertà molto elevato e con un reddito di cittadinanza che è più alto sia come valore assoluto sia come numero di percettori. Devo poi parlare del tema dei migranti – sottolinea il segretario. Dal nostro report si scopre che le nazionalità più presenti nell’imperiese sono quella albanese e quella rumena, con tante colf e badanti. Mi viene dunque da dire che mentre qualcuno grida all’uomo nero la componente migratoria di questo territorio è prevalentemente europea, donna, bianca e cattolica.
Dalla prossima settimana faremo assemblee in tutti i posti di lavoro, perché la Cgil va a congresso, portando questi dati e le nostre proposte per migliorarli”.

Qui il report completo.