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I Fiori di Bach sono essenze vegetali alla base delle quali l’omonimo medico britannico sviluppò la propria idea di terapia a cavallo tra il XIX e il XX secolo: secondo questa visione, la malattia avrebbe un’origine sottile, e sarebbe la conseguenza di uno squilibrio tra le scelte compiute e i reali desideri, dovuto a paure ed emozioni negative; sulla base di ciò, Bach determinò l’effetto positivo di trentotto essenze floreali, ognuna in grado di influire positivamente sulla relativa emozione negativa.

Nonostante la suddetta terapia sia oggi disconosciuta dalla maggior parte degli scienziati, sono in molti a interessarsi di tale disciplina, tra cui il Comune di Bajardo: quest’ultimo ha istituito un percorso che, a partire dall’ingresso del borgo fino alla vecchia Chiesa di San Nicolò e alla Chiesetta di San Giovanni, conduce il visitatore in una esplorazione in prima persona dei Fiori di Bach.

Il percorso oggi non versa in condizioni ottimali, e il Comune sta attendendo fondi per poterlo riqualificare; tuttavia, il visitatore ha modo di distinguere, nel paesaggio circostante, alcuni dei fiori descritti dai pannelli: la genzianella, per chi si scoraggia e deprime facilmente; la vite, per chi prova desiderio di dominare gli altri; il pino silvestre, per chi ha un forte senso di colpa; e l’ippocastano bianco, per coloro che hanno pensieri costanti e indesiderati e desiderano pace mentale.