ANPAS, CRI e CIPAS sono intervenute in merito alla ‘consultazione preliminare di mercato servizi di trasporto sanitario e materiale biologico’ che ha indetto Regione Liguria:
“Croce Rossa Italiana, Comitato Regionale della Liguria, Anpas e Comitato Regionale Liguria e Cipas, presenti sul territorio con oltre 16 mila volontari e 190 sedi, esprimono forte preoccupazione per l’avvio delle procedure, comunicate dalla Regione Liguria, di mettere a bando i trasferimenti intraospedalieri e, successivamente, i trasporti dei dializzati, i trasporti ordinari e le dimissioni programmate“. – comunicano le associazioni.
“La Corte di Giustizia UE, con due recenti pronunce, ha introdotto nel catalogo dei servizi da assegnare mediante convenzionamento, la figura del trasporto in ambulanza qualificato.
Nonostante le aperture manifestate dallâUnione Europea, favorevole al mantenimento del volontariato, la Regione Liguria ha interpretato in maniera estremamente restrittiva tale nuovo istituto, ad esclusivo deterioramento delle associazioni del volontariato sanitario che, storicamente nei nostri territori, hanno mantenuto e garantito costante e immediata assistenza ai cittadini.
La regione in cui lâambulanza impiega meno tempo ad arrivare sul luogo del soccorso Ăš infatti la Liguria, la quale riesce ad intervenire, in media, in un arco di tempo di 15 minuti. Questo primato Ăš merito esclusivamente del volontariato sanitario che, con le sue ambulanze e le molte sedi, ha mantenuto un servizio cosĂŹ importante, ma che oggi viene messo profondamente in discussione dalla interpretazione restrittiva della Regione Liguria.
Mettere a gara una parte preponderante delle attivitĂ dei volontari (CRI, ANPAS e CIPAS), con il rischio elevato di favorire pochi soggetti, toglie lâossigeno essenziale alle nostre storiche sedi, costruite con lâaiuto prezioso dei cittadini e mantenute vitali da generazioni di giovani e meno giovani, donne e uomini.
I presidi di volontariato in molte realtĂ , soprattutto dellâentroterra, costituiscono lâunica struttura organizzata atta a fornire a tutta la popolazione prevenzione contro i pericoli e rappresentano il punto di riferimento per le attivitĂ di natura socioassistenziale.
Lâodierna societĂ non puĂČ permettersi di perdere questa preziosa espressione del principio di sussidiarietĂ , senza subirne un danno grave.
CRI, ANPAS e CIPAS, nel pieno rispetto dei loro princĂŹpi, nel ribadire la propria estraneitĂ al dibattito politico in corso in questi giorni, non possono tuttavia rimanere inerti di fronte al rischio che le proprie sedi e ancor piĂč le proprie attivitĂ a favore dei vulnerabili e dei piĂč bisognosi, vengano compromesse o, ancor peggio, chiuse.
Ci uniamo quindi agli appelli rivolti da numerosi sindaci della Regione, affinchĂ© vengano urgentemente trovate soluzioni che salvaguardino non solo l’economicitĂ della spesa sanitaria, ma anche lâimprescindibile diritto degli ammalati e dei bisognosi ad un servizio di qualitĂ ed alla sopravvivenza del volontariato.
Sicuramente saremo, come sempre in questi mesi, presenti allâincontro convocato da A.Li.Sa. il 12 luglio, per manifestare ancora una volta il nostro disagio” – concludono.