Ancora una serata attesissima, a ingresso libero e gratuito, quella in programma Venerdì 1° Agosto alle ore 21.15 ai Giardini Botanici Hanbury di Ventimiglia e inserita nel cartellone del Festival di arti varie “HanburycheSpettacolo!”25 per l’incontro d’autore con la scrittrice e attrice Giorgia Wurth con il suo ultimo libro “Che la mia fine sia un racconto. Sogniamo una Palestina libera, intanto la Palestina ha liberato noi”.

Ospite d’eccezione della serata, coordinata da Diego Marangon, sarà anche l’operatrice umanitaria imperiese Susanna Bernoldi, che porterà la sua personale testimonianza frutto di costante presenza in quel territorio.

Un’opera potente e toccante il nuovo libro di Giorgia Wurth, genovese di origine, attrice di teatro, cinema e per la televisione, ma anche conduttrice radiofonica e televisiva, ex modella, che dopo i suoi due precedenti romanzi conferma la sua grande sensibilità umana firmando un’opera letteraria che fa comprendere che dopo quanto avvenuto in Medio Oriente il 7 Ottobre 2023 la vita per molti di noi non è più la stessa. Quanto successo quel giorno con l’attacco terroristico di Hamas a Israele, ma soprattutto la successiva dichiarazione di Guerra da parte del governo di Tel Aviv (la prima ufficiale negli ultimi 50 anni) con le terribili e ancora in essere conseguenze sulla popolazione civile di Gaza e degli altri territori palestinesi, sprona tutti noi a non rimanere indifferenti, a rompere il silenzio, a trasformare il dolore in azione e l’impotenza in speranza.

“Gli eventi di Gaza hanno scosso le fondamenta della giustizia, dei diritti umani e della libertà di pensiero. Per la prima volta, attraverso i social media, ogni giorno assistiamo in diretta a un genocidio, e questo ha lasciato un segno indelebile su chi ha scelto di non chiudere gli occhi. Dolore, rabbia e impotenza hanno spinto molti a rivoluzionare la propria vita, le relazioni, il lavoro”.

E’ da questa riflessione che Giorgia Wurth è partita per decidere di dare vita a un diario collettivo di testimonianze e voci diverse, uomini e donne palestinesi che si intrecciano anche con quelle di cittadini italiani, infermieri e psicologi sociali che si occupano di traumi di guerra, per raccontare la lotta per la sopravvivenza di un popolo e l’impatto profondo di questa resistenza sulle nostre coscienze. Sono testimonianze di sofferenza, ma anche di risveglio e liberazione, in cui la Palestina diventa una lente attraverso cui ripensare noi stessi. Un’opportunità per decolonizzare il nostro immaginario, combattere l’islamofobia e il razzismo, sfidare la disumanizzazione. La causa palestinese non è solo un conflitto geopolitico, ma un simbolo universale di dignità e umanità per chi ha il coraggio di coglierlo.

Il libro – come si legge nella prefazione – cristallizza le emozioni di un momento storico che verrà studiato come uno dei più bui della nostra storia recente. Affinché davvero non accada mai più. Attraverso testimonianze personali e interviste con esperti, il testo esplora il dolore che affligge chi, colpito dalla sindrome dello spettatore impotente, osserva l’orrore da lontano. Descrive come le maschere siano cadute, spingendo molti a rivoluzionare la propria vita, le relazioni e il lavoro. Denuncia il fallimento del femminismo occidentale nel rispondere all’oppressione delle donne palestinesi e le ritorsioni subite da chi osa parlare di Gaza. Esamina come la scuola italiana si sia posta di fronte a una tragedia di tale portata, mette in luce il duplice ruolo dei social media, sia come potente strumento di mobilitazione e aggiornamento, sia come fonte di alienazione attraverso lo scrolling compulsivo, e analizza la religione come mezzo di sopravvivenza.

A rendere ancora più interessante e stimolante l’incontro sarà la presenza di Susanna Bernoldi, referente Gruppo A.I.F.O. Imperia (l’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, filantropo, giornalista e poeta francese, che per parte della sua vita ha aiutato e difeso i diritti dei malati di lebbra in tutto il mondo). Susanna Bernoldi, che tra pochi giorni tornerà ancora una volta in Medio Oriente, è una apprezzatissima volontaria imperiese da molti anni impegnata in Palestina e Cisgiordania, con frequenti viaggi in quei territori. Proprio per la sua fattiva e propositiva attività di solidarietà anche in Sudan e India, dove si è dedicata all’educazione e alla formazione delle persone più vulnerabili, nel 2020 è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.

Venerdì 1° Agosto quindi ancora un appuntamento speciale che racchiude al meglio lo spirito di “HanburycheSpettacolo!”25 – teatro in movimento e concerti d’estate, giunto quest’anno alla sua XI^ edizione, ospitato come sempre nella suggestiva ambientazione dei Giardini Botanici Hanbury di Ventimiglia in Frazione Mortola Inferiore in C.so Montecarlo 43 – quasi al confine con la vicina Francia.

Curato e organizzato dall’Associazione culturale Liber Theatrum con la direzione artistica di Diego Marangon il Festival viene riproposto grazie alla consueta ospitalità offerta dall’Università degli Studi di Genova e al naturale supporto logistico dei Giardini Hanbury e della Cooperativa Omnia, godendo anche quest’anno del patrocinio e del contributo del Comune di Ventimiglia, oltre al consueto e costante sostegno di Coop Liguria e di Labriola moto Honda.