Ventimiglialunedì 2.9.23, Radicali on the road again all’ang.Via Repubblica-Via Roma: raccolta firme su 6 proposte di legge di iniziativa popolare [G.U.145-23.6.23] su:

1) suolo, difesa da erosione contaminazione consumo; compenso ambientale con aree edificate dismesse;

2) energia, competenza esclusiva allo Stato, senza burocrazia che rallenta la transizione energetica;

3) lotta alla povertà, riforma prestazioni sociali, reddito minimo di inserimento, vita dignitosa per tutti;

4) crediti con P.a. e debiti col Fisco: imprese-professionisti usino i crediti dallo Stato per pagare le tasse;

5) sex workriconoscimento del lavoro sessuale, senza ostacoli normativi, divieti, sanzioni;

6) autodeterminazione in materia di aborto, libertà e accessibilità riproduttiva, senza ostacoli.

I radicali di IM-Ventimiglia hanno inoltre preparato una lettera aperta al prefetto sul tema migranti, perché il problema sia affrontato almeno dal punto di vista igienico-sanitario, con beneficio di tutti, senza altri indugi e dilazioni furbesche; le Autorità requisiscano i locali abbandonati: “Meno militari, forze dell’ordine e vigilantes, Più bagni pubblici!

Lettera aperta al Prefetto di Imperia e, p.c., al Sindaco di Ventimiglia – dal Gruppo radicale Adele Faccio Oggetto: Problema MIGRANTI a Ventimiglia, proposta dei radicali.

Come annunciato in comunicato 2.9.23 [raccolta firme], CHIEDIAMO che il tema in oggetto sia affrontato, se non dal punto di vista umanitario, almeno da quello igienico-sanitario; con atto razionale, non di destra o di sinistra, ma inteso a ridurre il disagio di persone migranti, residenti, turisti. – Buona l’idea di adibire l’ex DPT, deposito personale viaggiante Fs, a punto-assistenza; proposta da noi già avanzata in passato con volantini e post: ad es., il 19.6.21 dicevamo: Basta balletti sulla pelle di migranti e cittadini; risposta umanitaria subito. L’ennesimo Comitato OP coinvolge FF.OO, prefetto e sindaco, il quale però poi rilascia un comunicato per gli elettori più retrivi, accusando prefetto e Viminale di non bloccare i flussi qui destinati [arginare un maremoto con le mani?], non ripristinare i bus per deportare gli ‘irregolari’, ignorare l’aspetto numerico del fenomeno; infine, l’appello per “interventi massicci risolutivi” sulla questione migratoria: parole da far accapponare la pelle, che evocano la soluzione finale di 80 anni fa verso gli ebrei; così inappropriate che perfino il prefetto deve smentirle, evidenziando come proprio la totale chiusura sia causa del disastro umanitario della città, impedendo di pubblicare il bando del nuovo centro e facendo naufragare il progetto di piccole accoglienze diffuse a cui alcuni sindaci del comprensorio sarebbero disponibili, salvo far retromarcia per indisponibilità del Comune intemelio. Intanto, a Lampedusa: hotspot al collasso, 1300 migranti su 250 posti di capienza. Come la storia insegna, la maggioranza di costoro verrà qui per raggiungere il nord Europa: chiediamo di agire con urgenza e, se serve, “di imperio”, aprendo più punti di assistenza e scavalcando l’inadeguatezza palese dell’Amm.ne comunale. Cittadini e migranti non aspettano. Anziché guardar lontano [ministero-RM, prefetto Di Bari, dipartim. libertà civili, Europa Bruxelles Onu], sarebbe il caso di cercare vicino le due uniche soluzioni possibili: 1)non chiamiamolo Centro, salviamo la faccia ai fan del Mai più un Centro, cambiandogli nome: Punto sanitario; 2)valutiamo l’ex Dpv o altri locali dismessi a cui si accede dai binari, senza neppure entrare in città; 3)il Dpv era usato dai ferrovieri giunti a tarda ora: camere e servizi. Area ferroviaria, NON Centro città. A meno che… certe ipotesi abbiano il solo scopo di prender tempo e benemerenze, sapendo che sono irrealizzabili. Il prefetto Di Bari, incaricato ad hoc, propose un Centro alla Mortola; idea assurda e ridicola per due motivi: costruzione ex novo, senza acqua luce fognature; luogo unico al pari di Portofino, paradiso naturale presso Villa Hanbury. – Il prefetto attuale propone l’ex Ferrotel, ma poi precisa di dover chiedere alle Ferrovie: a quando la risposta? Facile immaginare resistenze come quelle subito espresse dai condomini; non sarà che i tempi diverranno più lunghi del mandato di S.E.? Figura fatta, ma il risultato? Il non possumus non ci soddisfa: l’urgenza non si dilaziona. Quando Pannella fu presidente del Municipio di Ostia, per demolire gli edifici abusivi chiese l’intervento dei mezzi dell’Esercito; Pannella non era certo un fascistone maniaco di decisionismo. Se lo Stato liberal-democratico ha il monopolio della forza, allora la adoperi, data l’urgenza e l’emergenza igienico-sanitaria. S.E. non ce ne voglia se siamo divenuti diffidenti: “Accà nisciuno è fesso!”. Senza altri indugi, ritardi e furberie, l’Autorità proceda col requisire alcuni edifici abbandonati e organizzi una squadra di idrauliciMENO MILITARI E VIGILANTES – perfino nei cimiteri -E PIU’ BAGNI PUBBLICI, con docce. Se secca a noi dare 1€ per servizio wc, figuriamoci a chi viene dall’Africa…