Come è noto, la Polizia di Frontiera, specialità della Polizia di Stato, svolge un’attività di controllo sulla linea di confine capillare e pragmatica, volta a perseguire molteplici obiettivi di carattere preventivo e repressivo che rientrano nelle competenze proprie della Specialità. Difatti, oltre a fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione clandestina, mira a contrastare tutti i reati aventi carattere di trasnazionalità, tra cui la ricerca di latitanti, che rappresenta una “nobile” vocazione.

Nell’ambito di quest’ultima progettualità operativa, secondo le disposizioni impartite dalle autorità di pubblica sicurezza, il prefetto Valerio Massimo Romeo e il questore Giuseppe Peritore, proprio in questo fine settimana, gli operatori della Polizia di Stato, hanno tratto in arresto un cittadino italiano colpito da un ordine di esecuzione, per una pena definitiva a 10 anni di reclusione.

Si tratta del 47enne pluripregiudicato di Licata (AG) O.C., latitante dal 2022 che, tentando di andare in Francia per sfuggire alla condanna, è finito negli uffici della Polizia di Frontiera di Ponte San Luigi, dove attraverso approfonditi accertamenti sull’identità personale (foto-segnalamento e acquisizione impronte digitali), nonché attraverso numerosi riscontri nelle banche dati, nazionali ed internazionali, è merso il provvedimento a suo carico, che lo condanna a 10 anni di carcere, con pena definitiva.

La condanna a dieci anni è definitiva e deriva dal cumulo di pena per i numerosi reati – commessi dal 2005 al 2011 – principalmente a Licata, Canicattì e Agrigento, ma anche a Gela e Butera (CL), a Vigevano (PV) e Monticello (NO), nonché in Liguria ed all’estero (Francia).

I reati per cui è stato condannato, solo per citarne una parte, vanno dall’associazione per delinquere, evasione, maltrattamenti in famiglia, porto di armi ed oggetti atti ad offendere, violazione obblighi inerenti alla sorveglianza speciale, furto in abitazione, guida senza patente perché revocata, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, favoreggiamento personale, uso di atto falso, falsa attestazione a pubblico ufficiale sull’identità, frode informatica, inosservanza di provvedimenti dell’autorità, danneggiamento, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, a molti precedenti per stupefacenti, estorsione, sostituzione di persona, ricettazione, truffa aggravata, violazione di domicilio, lesioni personali e rapina.

La commissione di tutti questi reati, in un lasso di tempo relativamente breve, delinea una personalità criminale impenitente con recidive reiterate, ove l’affidamento ai servizi sociali, la semilibertà, la detenzione domiciliare, il braccialetto elettronico, la custodia cautelare in carcere, sono le misure gradualmente aggravate a cui è stato sottoposto.

Si parla di estorsioni, con minacce e frasi intimidatorie, ostentando parentele mafiose, peraltro messe a segno mentre era agli arresti domiciliari per altri motivi; di evasione dagli arresti domiciliari con manomissione del braccialetto elettronico e fuga in Liguria. Sarà arrestato proprio a Camporosso (IM) ad aprile del 2022, unitamente ad un pregiudicato locale che aveva favorito la sua latitanza.

“Questo importante arresto, è scaturito dalle intense attività di prevenzione e repressione presenti a Ventimiglia, disposte dal direttore della zona Polizia di Frontiera di Torino e dal signor questore e signor Prefetto di Imperia. Ancora una volta, la scrupolosa attenzione portata nelle verifiche nei confronti di chi transita nella zona di confine, eseguite da parte degli uomini e delle donne della Polizia di frontiera, ha portato a questo arresto eccellente, che ha consentito di assicurare alla giustizia per un lungo periodo, un reo dedito a condotte gravi e reiterate”, sottolinea il dirigente della Polizia di Frontiera vicequestore A. Martino Santacroce.