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A inizio anno il borgo di Pigna ha visto la definitiva chiusura di una delle due sue botteghe. Una notizia che può sembrare marginale a molti ma che non lo è per chi vive e conosce l’entroterra, conscio di quanto una piccola attività di paese può essere importante. La rivendita di generi alimentari, in special modo, costituisce un servizio unico e insostituibile per una popolazione, in gran parte composta da anziani, che si trova in sua assenza costretta ad affrontare grandi distanze per poter anche semplicemente acquistare un filone di pane.

Un fenomeno, quello della desertificazione commerciale dell’entroterra, sempre più diffuso e che trova le sue cause certamente nello spopolamento, ma soprattutto in una visione politica “costacentrica” che ha sempre relegato l’entroterra allo scaffale più nascosto e impolverato della bottega, se ci passate l’allegoria.

Quali sono dunque le soluzioni a questo disastro? Perché di disastro si parla: un paese privo del suo negozio si impoverisce, non solo a livello economico ma anche umano, poiché la bottega è la dimora di socializzazione, chiacchere e storie che sono il fulcro della vita paesana. Ogni serranda che si chiude porta con sé personaggi e racconti precludendone di nuove. Pensiamo anche solo al turista che visita i nostri borghi che sono ora tornati in gran lustro nell’offerta regionale: la bottega sarebbe un luogo di accoglienza anche per loro, senza contare la forte presenza di seconde case che ripopolano i paesi nella stagione estiva, anche per loro la possibilità di fare acquisti in loco è fondamentale.

Cercavamo dunque delle soluzioni per una tematica di certo non facile, e lo abbiamo chiesto ai sindaci delle grandi vallate della nostra provincia, due per valle, alla ricerca di uno spunto e di riflessioni dettate dalle diverse situazioni locali.

Perché sì c’è chi si trova ad avere il passaggio di una statale che aiuta il commercio a respirare, ma c’è anche chi prova a dare locali a prezzi agevolati e non trova nessuna risposta all’offerta. C’è chi propone una diversa concezione di distribuzione legata ai grandi punti vendita che potrebbero aprire delle piccole rivendite nell’entroterra, ma si parla soprattutto di sgravi fiscali per attività che si trovano altrimenti solo svantaggiate ad aprire in luoghi meno popolati.

Ciò che più conta e che vogliamo far trasparire è l’importanza essenziale che il piccolo commercio ha, il suo ruolo determinante a rendere vivo un paese, essendone la scintilla dell’anima.

Nel video-servizio a inizio articolo le voci dei sindaci Roberto Trutalli di Pigna e Gian Stefano Oddera di Castelvittorio per la val Nervia, Adriano Biancheri di Olivetta San Michele e Maurizio Odoero di Airole per la Val Roja, Mariano Bianchi di Montalto Carpasio e Massimo Di Fazio di Triora per la Valle Argentina, Tullio Cha di Aquila d’Arroscia e Piero Pelassa di Mendatica per la Valle Arroscia.

Riprese e interviste a cura di Davide Avena e Simone Caridi.