Niccolò De Paolo JiuJitsu Imperia
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“Gli sport di contatto potranno essere praticati soltanto in forma individuale”. Questa una delle disposizioni, per certi versi ossimorica, contenute nell’ultimo dpcm varato dal governo Conte.

Restrizione che limita e snatura una vasta categoria di discipline sportive. Su tutte quelle legate alle arti marziali.

Ne abbiamo parlato con Niccolò De Paolo, presidente dell’Infinity Jiu Jitsu di Imperia. Lui e il suo socio, William Aschero, portano avanti corsi di brazilian jiu jitsu, kickboxing e yoga. Post lockdown primaverile erano riusciti, adeguandosi puntualmente a tutte le normative, a riprendere con la propria attività basata, inevitabilmente, sul contatto fisico. L’operazione ha avuto anche un costo economico che ora, con il nuovo dpcm, rischia in parte di andare in fumo.

“Durante la fase 2 avevamo riiniziato con un’attività individuale, successivamente siamo riusciti a tornare al contatto adeguandoci alle varie normative, costose, ma comunque efficaci e necessarie – spiega De Paolo.

Il nuovo dpcm ci ha colto impreparati perché giunto a tarda sera – aggiunge. Il giorno dopo abbiamo deciso di chiudere per capirci qualcosa. Il nostro sport si può effettuare solo individualmente. Siamo dunque tornati agli esercizi singoli che servono soprattutto da preparazione al nostro sport. Sport che, senza contatto, è snaturato”.

Ciò che non va giù a De Paolo, come a tanti altri gestori di palestre di vario genere, è che la grande cura nell’applicare le disposizioni e la capillare schedatura di ogni partecipante alle lezioni non siano bastate per poter proseguire nelle proprie attività, con conseguente danno economico.

“C’è logicamente un fattore di spese – dice – perché chiaramente la struttura non si regge da sola. Le bollette ci sono, le affiliazioni ci sono ed è ovvio che senza utenza la palestra non passa momenti felici. Ci sono altre attività che permettono l’assembramento di un numero limitato di persone anche senza la mascherina. Questo mi lascia basito perché sicuramente queste attività non hanno la documentazione che può avere una palestra come la nostra. Certificati medici in regola, uno schedario completo con ogni accesso, una misurazione della temperatura, una sanificazione di mani e piedi e banalmente mi viene anche da pensare che una persona non in forze, anche per interesse proprio, possa andare fuori casa, ma non venga a lottare con persone in forma”.

Su una possibile nuova chiusura totale del comparto De Paolo sottolinea: “Certezze ce ne sono poche. Non sono un virologo, ma sicuramente questo rischio è forte”.