Sepsi, patologia diffusa in provincia: i biomarcatori per diagnosi sempre più precoci
play-rounded-outline
03:59

La sepsi è una patologia, potenzialmente pericolosa, che costituisce una grave risposta sistemica dell’organismo a un’infezione batterica, che può derivare da vie urinarie piuttosto che dai polmoni. Nella provincia di Imperia è diffusa perché si conta una media di 800 casi l’anno, numero che testimonia un’incidenza piuttosto alta. La somma dell’ictus con infarti del miocardio raggiunge infatti lo stesso numero di casi di sepsi durante l’anno.

Il Dr. Giandomenico Poggi, direttore S.C. Laboratorio analisi Asl1 Imperiese, ospite negli studi di Riviera Time, ha approfondito l’argomento, trattando in particolare dei biomarcatori, test che permettono di fare diagnosi sempre più precoci e di intervenire sulla patologia, monitorando la sua evoluzione.

“Abbiamo tutti i marcatori precedenti, l’emocromo, la VES e la PCR ma da circa 10 anni è stata introdotta a livello d’urgenza la Procalcitonina, che è molto sensibile alle sepsi batteriche e si muove in pochissimo tempo, seguendo l’andamento della patologia”, spiega Poggi.

Oltre a quelli già esistenti si stanno per introdurre altri biomarkers tra cui la Presepsina che permette di fare diagnosi anche sulla presenza di miceti.

“Si utilizza anche la proBNP che indica la possibilità di sopravvivenza del soggetto perché per valori molti elevati si ha una prognosi infausta. Non era nato con questo scopo bensì con quello di vedere lo scompenso cardiaco, ma abbiamo provato anche questo utilizzo nei nostri ospedali”.

Un altro marcatore esistente è la proADM e consente di seguire la patologia ma anche di individuare se un organo avversario è particolarmente deteriorato: “La curva dei biomarkers ci permette di vedere in poco tempo se l’antibiotico usato funziona, seguendo l’andamento si capisce se il paziente è in via di guarigione”.

“Nella nostra provincia, dove l’età media è alta, questi strumenti ci consentono di seguire il paziente, curarlo e di fare in modo che sia inquadrato correttamente e non sottovalutato”, conclude.