Ennesima protesta questa notte all’interno della Casa di Reclusione di Sanremo in Valle Armea. A scatenarla tre detenuti tunisini ubicati nella terza sezione che, intorno all’una di notte, hanno dato vita alla rivolta.

I tre erano molto probabilmente in preda ai fumi dell’alcool, ricavato dalla messa a macerazione di frutta accumulata nei giorni. Per sedare la protesta è stato necessario l’intervento di tutte le unità di Polizia Penitenziaria fuori servizio, una ventina di agenti, oltre che del comandante del reparto.

Fortunatamente la protesta che è durata tre ore con urla, schiamazzi, lancio di bombole e atti autolesionisti, si è limitata ai tre e non ha coinvolto altri detenuti presenti.

A rendere nota la notizia è Fabio Pagani, Segretario Regionale della UIL PA Penitenziari che aggiunge: “Stanotte è andata bene, per così dire. Non si registrano feriti o contusi, tra i poliziotti , ma potrebbe non essere sempre così. Quando si
ammassano esseri umani in pochi centimetri quadrati, dove manca pure l’aria per respirare, occorre mettere nel conto questo tipo di reazione. A Sanremo il quadro è ancora più drammatico, considerata la grave carenza organica del personale di Polizia penitenziaria ma, nonostante tutto, faremo rispettare regole e regolamenti”.

Il sindacalista afferma che sarà sempre peggio: “Il personale in servizio è ormai sfiancato, sfiduciato, depresso, demotivato . La situazione sta precipitando di minuto in minuto e abbiamo piena consapevolezza che potrebbe divenire ingestibile, con le nefaste conseguenze che ciò significa. Speriamo che nei palazzi romani qualcuno si svegli, prima che sia troppo tardi”.