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Impensabile, assurdo, incredibile, fantascienza. Da 100 anni intere generazioni di sanremesi, troppo prese ad aprire i cassetti delle loro attività e botteghe, contare a sera facili e corposi incassi e meno interessati ad investire, studiare, capire che il mondo stava cambiando in fretta non sono mai state sfiorate dall’idea che il granitico “Casino municipale“, la loro gallina dalle uova d’oro all’improvviso potesse cessare di produrre ricchezza a pioggia. Quel giorno, tranne per poche e scafate minoranze, purtroppo è arrivato. Addio Casino Royale. Ci ha pensato il coronavirus, generando angosce, situazioni inumane, la babele di virologi e governanti. Anche la casa da gioco di Sanremo, nonostante da tempo non fosse più uno dei giardini pensili di Nabucodonosor e lanciasse a tratti S.O.S, stranamente visibili dai ciechi, ma invisibili da Palazzo Bellevue e varie stanze dei bottoni, si è trovata con l’acqua alla gola. “Stanno peggio i casinò di Venezia e Saint Vincent, per non parlare di Campione”, si affrettano a sottolineare chi ha colpe dell’impoverimento. Di fronte a certe situazioni sarebbe ora di mandare in soffitta il detto “mal comune mezzo gaudio”.

Il presidente della Spa che gestisce il Casinò di Sanremo, l’avvocato Adriano Battistotti, nel corso del nostro incontro è stato preciso: “Da quasi 1 anno dall’inizio della pandemia la casa gioco di Sanremo, purtroppo, è chiusa. I suoi 190 dipendenti sono in cassa integrazione. Ogni giorno perde circa 3 milioni di euro. Nel 2020 siamo stati aperti solo 6 mesi. Abbiamo incassato 23 milioni, 20 milioni in meno dell’anno precedente. Nel 2019 il Casinò aveva infatti introitato 43 milioni di euro. Quest’anno abbiamo riaperto per brevi periodi, per il Festival, ospitando nel migliore dei modi ed in totale sicurezza l’affollatissima ed internazionale Sala stampa dei giornalisti accreditati. Da gennaio ad aprile abbiamo però già perso 17 milioni”. Battistotti nel corso dell’intervista ci ha accompagnato nelle sale delle roulette, delle slot, nel mitico teatro che ha visto tra i direttori illustri anche Pirandello, nell’ex Giardino d’Inverno, il rimodernato salone dove nacque il Festival, aree ristoro, bar, servizi, il Roof Garden, la roulette ed i croupier in grado di offrire in diretta, quotidianamente, la possibilità di giocare on line, l’antistante piazzale-parcheggio completamente restaurato, larghi corridoi, scaloni, statue, favolosi lampadari di cristallo, pezzi d’antiquariato, opere d’arte, eleganza. Bello, in ordine, liberty, alti soffitti, spaziosissimo, ma tutto quel silenzio, quel vuoto, quel nessuno tranne il presidente Battistotti, Davide il cameraman, il sottoscritto ed i 2 croupier per la roulette online incrociati per pochi istanti, soffocava. Toglieva il fiato.

Che presente e futuro? Battistotti si augura che Roma, Draghi, il Covid possano far riaprire presto il Casinò. “Una data possibile? Il 2 giugno – ha detto – unitamente al sindaco Biancheri, la Regione, parlamentari della nostra Riviera, associazioni varie ci siamo mossi presso il governo, abbiamo scritto, avuto incontri, documentato che abbiamo fatto ogni lavoro necessario e richiesto per riaprire, ospitare, garantire a turisti, giocatori, clienti, italiani e stranieri, al personale, a tutti la massima sicurezza, non solo sanitaria”. La situazione è ancora pesante, ma sperare aiuta. Simone Baggioli, consigliere comunale di minoranza e leader di Forza Italia, accusa il Cda del Casinò dei fiori di “strategia sbagliata del marketing, della pubblicità e promozione del gioco on line. “Moltissimi giocatori – sostiene – sia in Italia che all’estero ignorano che al Casinò di Sanremo esiste la possibilità di scommettere e puntare virtualmente”.

Daniele Ventimiglia, avvocato, anche lui consigliere comunale d’opposizione (Lega) suggerisce invece a Comune e Casinò di chiedere un aiutino economico, di 1/2 milioni di euro a Mamma Rai visto i mancati incassi dovuti alla pandemia. “La Rai – è il concetto – invece con il Festival quest’anno, nonostante il Coronavirus ed un calo di share del 7% rispetto al 2020 ha guadagnato, 20 milioni netti in più di pubblicità rispetto all’edizione del 2019. Avrebbe incassato 38 milioni e spesi 18. Visto che da sempre ha l’esclusiva del Festival e che il nostro Comune ha necessità di liquidità per aiutare i sanremesi in difficoltà potrebbe fare, come dicono i cugini francesi, un beau geste”. Voi cari amici che ci seguite che ne dite? Mamma Rai lo farà?