casinò di sanremo lirio abbate

Lirio Abbate, direttore de “L’Espresso” ha interessato e coinvolto la numerosa delegazione degli studenti del liceo “Cassini” e del liceo “Colombo” di Sanremo, gli insegnanti e il pubblico dei “Martedì Letterari“, ieri pomeriggio, nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo.

Il racconto della sua diretta esperienza come inviato sui luoghi delle stragi di mafia, che hanno martoriato gli anni 90 e la sua battaglia quotidiana, dal 2007 sotto scorta, sulle colonne del settimanale “L’Espresso”, hanno stimolato le domande e le analisi. La vicepreside del liceo “Cassini”, prof.ssa Stefania Sandra, ha incentrato l’attenzione sulla funzione della scuola e sulla necessità di creare una cultura della legalità sempre più diffusa. Lirio Abbate ha infatti confermato che il suo saggio “Stragisti. Da Giuseppe Graviano a Matteo Messina Denaro. Uomini e donne delle bombe di Mafia” (Rizzoli) vede come protagonisti i carnefici, coloro che hanno dato l’ordine di uccidere o l’hanno eseguito, visti nella loro dimensione di persone dedite al male, evitando la spettacolarizzazione degli omicidi e la creazione di “eroi cattivi”. Nel libro, quasi un thriller nel linguaggio chiaro, energico, veloce e facilmente comprensibile, è ben delineato il limite tra bene e male, anche se rimane aperto l’interrogativo se in alcuni contesti sociali sia veramente possibile “scegliere”. In chiusura la riflessione sulla necessità di una normativa che mantenga la differenza tra chi collabora con la magistratura. Applausi anche per Simone, Marina e IKam gli studenti del liceo “Cassini”, che hanno letto alcuni brani tra i più significativi del saggio.

L’incipit del libro.

“Via Giuseppe Tranchina, civico 22. Zona San Lorenzo. Non è la Palermo che affascina i turisti, gli scrittori gli artisti… È qui che si tengono i summit criminali di più alto livello Giuseppe Graviano, Giovanni Brusca, Matteo Messina Denaro quando bisogna parlare, o quando bisogna semplicemente rendere omaggio a quello che alcuni chiamano “la Belva” ma che per mafiosi è “il padre di tutti noi”, si va lì a via Tranchina”.

Stragisti. Da Giuseppe Graviano a Matteo Messina Denaro. Uomini e donne delle bombe di Mafia

Sono gli anni del sangue. Tra il 1992 e il 1993 Cosa nostra ingaggia una guerra contro lo Stato. 23 maggio 1992, Capaci, “l’attentatuni” a Giovanni Falcone. Cinquantasette giorni dopo, via D’Amelio: muore Paolo Borsellino, muoiono cinque uomini della scorta. Un anno dopo, ancora a maggio, il fallito attentato a Maurizio Costanzo, pochi giorni dopo a Firenze, la strage di via dei Georgofili, e poi ancora la bomba di via Palestro, a Milano. Questa la fredda cronaca. Dietro la secca cronologia degli eventi, ci sono le strategie della mafia di quegli anni e una “foto di famiglia” che Lirio Abbate, con documenti inediti, storie segrete, e una narrazione travolgente, ci aiuta a ricomporre: è l’immagine ravvicinata degli Stragisti, gli uomini e le donne che, sotto l’impulso del Capo dei Capi, Totò Riina, hanno insanguinato la Sicilia e il Paese intero. I due fratelli Graviano, Giuseppe e Filippo, sono al centro di questa cornice, affiancati da vicino dal loro «gemello diverso», Matteo Messina Denaro. I primi due verranno arrestati nel 1994, e il loro fermo coinciderà con la fine della strategia stragista. Il secondo, ancora latitante, è l’ultimo depositario dei segreti di quella stagione.Oggi, a trent’anni da quegli eventi rimasti scolpiti nella memoria collettiva, Stragisti ci conduce nelle strade di Palermo, di Firenze, di Milano, di Roma, della Costa adriatica e della Toscana in cui i boss si muovevano quasi indisturbati; ci svela i meccanismi di potere all’interno della famiglia Graviano, getta luce sui misteri di una latitanza dorata e sul ruolo della sorella, Nunzia, fino a cercare risposta a un quesito assurdo: come è potuto succedere che due boss al 41bis abbiano avuto entrambi un figlio durante la detenzione? Ed è proprio sul carcere ostativo che Lirio Abbate ha ingaggiato battaglia: per la riforma in corso, proprio i fratelli Graviano, ergastolani, potrebbero presto tornare in libertà. A trent’anni dalle stragi per le quali furono condannati. (Dalla prefazione).

Lirio Abbate siciliano, è autore di inchieste esclusive su corruzione e mafie. Comincia nel giornale di Sicilia nel 1990. Dal 1998 è corrispondente de La Stampa dalla Sicilia sino al 2008, quando diventa inviato per l’Espresso e si dedica al giornalismo investigativo. Scrive per il cinema e la televisione. Reporters sans frontières lo ha inserito fra i “100 eroi dell’informazione” nel mondo.

Motivazione: “Le minacce di morte e la sua presenza nella lista nera di Cosa Nostra non lo hanno intimidito. Nel 2015 Index on Censorship di Londra lo ha nominato fra le 17 persone al mondo che lottano per la libertà di espressione. Con Peter Gomez ha scritto I complici (2007), con Marco Lillo I re di Roma (2015), con Marco Tullio Giordana Il rosso & il nero (2019). Per Rizzoli ha pubblicato Fimmine ribelli (2013, da cui è stato tratto il film Una femmina, presentato a Berlino nel 2022 e i bestseller La lista. Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati (2017), U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi (2020) e Faccia da mostro (2021). È direttore del settimanale “L’Espresso”.

Il 31 maggio ore 16.30 nel Teatro dell’Opera il prefetto Franco Gabrielli, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri presenta il libro Naufragi e nuovi approdi. Dal disastro della nave concordia al futuro della protezione civile (Baldini+Castoldi).