Ecco le pagelle della redazione di Riviera Time ai ventiquattro artisti in gara alla 69esima edizione del Festival di Sanremo dopo la prima serata.

FRANCESCO RENGA 7

“Aspetto che torni” è ricca di temi importanti: il ricordo della madre scomparsa, il padre ammalato e il nuovo amore. Grande vocalità, interpretazione controllata e decisa. Brano elegante e nello stile di Renga.

NINO D’ANGELO E LIVIO CORI 6

Musica accattivante. L’interprete napoletano riesce nell’operazione di svecchiamento grazie all’accompagnamento di Livio Cori. Prima coppia tra antico-moderno, ed è ben riuscita.

NEK 7

“Mi farò trovare pronto” è un titolo che rispecchia anche l’esibizione di Nek sul palco. E gli applausi del pubblico premiano ancora una volta la sua precisione e la sua grinta.

THE ZEN CIRCUS 6,5

L’energia arriva soltanto sul finale, con le bandiere che sventolano sul palco dell’Ariston. Un riscatto tardivo che non sembra bastare per portare il gruppo sulla vetta.

IL VOLO 4

Il ritorno dei “tenorini” scivola ancora una volta nel banale. Il tentativo di ‘svecchiamento’ da parte dei tre giovani regala solamente un’esibizione stereotipata. Niente di nuovo rispetto a quando hanno vinto Sanremo nel 2015.

LOREDANA BERTÈ 7,5

La “regina del rock” torna sul palco di Sanremo con il brano “Cosa ti aspetti da me”. E con un minigonna da vera rocker. Un testo sull’amore difficile cantato con la solita grinta che la contraddistingue.

DANIELE SILVESTRI 8

“Argento vivo” è un testo impegnativo e inconsueto per il Festival: un lungo monologo di un adolescente che si sente ‘argento vivo’ ma è condannato all’immobilità in un carcere. Un brano profondo e intenso, uno dei testi più belli di questa edizione.

FEDERICA CARTA E SHADE 6

Dopo il successo di “Irraggiungibile”, la coppia Shade-Carta ci riprova con “Senza farlo apposta”. Il duo funziona, ma la canzone sembra semplicemente orecchiabile. Senza infamia e senza lode.

ULTIMO 7,5

Un inizio “in punta di piedi” per Ultimo, che accompagnato dal pianoforte regala un’esibizione intima prima dell’apertura dell’orchestra sulle note de “I tuoi particolari”. Dopo la vittoria nelle nuove proposte dello scorso anno, Ultimo tenta la vittoria anche tra i big, proprio come avvenne per Francesco Gabbani. Interpretazione convincente, con tanto di inchino finale.

PAOLA TURCI 6

La classe e l’eleganza di Paola Turci tornano sul palco dell’Ariston con “L’ultimo ostacolo”. Interpretazione decisa come sempre. Non rimane che aspettare il duetto di venerdì sera insieme a Beppe Fiorello.

MOTTA 7,5

Un appello trasformato in musica quello di “Dov’è l’Italia”. Amore e politica, in un testo che accenna sobriamente al tema dei migranti. Buona la presenza sul palco, convincente l’interpretazione.

BOOMDABASH 6

Una ventata di aria fresca nel repertorio sanremese. “Per un milione”, dai toni quasi estivi, sembra promettere bene.

PRAVO E BRIGA 5

Dopo un inizio con inciampo, l’esibizione non riesce a decollare. Il duo non sembra particolarmente amalgamato nell’interpretazione e nella vocalità. Troppa incertezza.

SIMONE CRISTICCHI 7

Dopo la vittoria a Sanremo nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”, e una lunga assenza dalla scena musicale per dedicarsi al teatro, Cristicchi torna con un testo impegnativo dal titolo “Abbi cura di me”. Una poesia, più che una canzone. Ottima l’interpretazione.

ACHILLE LAURO 6,5

Convince l’esibizione di Achille Lauro che oltre alla tradizionale trap canta un rock’n roll che si preannuncia come uno dei brani più orecchiabili. “Rolls Royce”, un testo ricco di citazioni, riesce a catturare (nel bene e nel male) l’attenzione del pubblico.

ARISA 7

Il brano “Mi sento bene” riesce a mettere in risalto la vocalità di Arisa, che nel testo si confronta con il senso della vita. La cantante parte da un ‘parlato’ per poi esplodere nel resto della canzone.

NEGRITA 6,5

Un crescendo di intensità per “I ragazzi stanno bene”. Il testo si apre con un riferimento politico per continuare con una riflessione sulla condizione giovanile odierna.

GHEMON 6

Esordio sul palco dell’Ariston con qualche incertezza interpretativa. Nonostante questo, “Rose viola” ha un suono che rimane in testa per molto tempo.

EINAR 6

Nonostante la giovane età di Einar, “Parole nuove” è la classica canzone sanremese. Qualche suono più contemporaneo riesce a modernizzarla un po’. Un’esibizione al di sotto delle aspettative dopo il trionfo a ‘Sanremo Giovani’.

EX-OTAGO 6

Il gruppo genovese, con il pop malinconico di “Solo una canzone”, non emoziona quanto dovrebbe. Un brano che potrebbe però avere un buon successo in radio.

ANNA TATANGELO 5

“Le nostre anime di notte” non possiede l’eleganza dell’omonimo libro di Kent Haruf. La Tatangelo ci riprova ancora una volta senza però entusiasmare.

IRAMA 6

Il vincitore dell’ultima edizione di “Amici” debutta sul palco sanremese con “La ragazza del cuore di latta”. Ad arricchire e ravvivare l’esibizione, la presenza del Coro Gospel.

ENRICO NIGIOTTI 6,5

Buona l’interpretazione del brano dedicato al nonno scomparso e alla vita di un tempo. “Nonno Hollywood” colpisce per il linguaggio contemporaneo.

MAHMOOD 6,5

Un brano tra rap e pop, in cui il vincitore di ‘Sanremo Giovani’ fa i conti con il suo difficile rapporto con il padre. Si preannuncia un successo per il pubblico più giovane, grazie anche al ritornello molto orecchiabile.