Dopo la pubblicazione su Riviera Time della lettera di un nostro lettore, in cui lamentava ed esponeva i suoi dubbi in merito alla qualifica di Struttura Complessa attribuita alla Struttura Professioni Sanitarie e al declassamento di Gastroenterologia e Chirurgia Vascolare, sono arrivate le repliche dell’Asl1 e dell’Assessore Regionale alla Sanità Sonia Viale.

“In riferimento all’articolo pubblicato sulla testata Riviera Time e relativo alla lettera di un cittadino sull’organizzazione aziendale, si precisa che, la riorganizzazione delle Strutture di Gastroenterologia e di Chirurgia Vascolare di questa Azienda risponde alla vigente normativa e precisamente al Decreto Ministeriale n°70/2015 “Decreto Balduzzi”, relativo agli standard ospedalieri previsti per le singole discipline, che tiene conto del numero di casi trattati e del bacino di utenza di un territorio – scrive l’Asl 1 – Tale Decreto sottolinea quindi la correlazione tra volumi di attività ed esiti, al fine di garantire un’assistenza di qualità secondo gli standard di sicurezza previsti. Si ribadisce, come già affermato in precedenza, che la riorganizzazione di tali strutture non equivale al depotenziamento dei servizi. Continua infatti ad essere un impegno di questa azienda garantire un’assistenza di qualità ai cittadini della Provincia di Imperia.

Per quanto riguarda la Struttura Professioni Sanitarie è la struttura aziendale che esercita le funzioni di collaborazione strategica, direzione, sviluppo, organizzazione e coordinamento del personale infermieristico, ostetrico, tecnico-sanitario, riabilitativo, della prevenzione, e di supporto sia in ambito ospedaliero che territoriale e domiciliare. Gestisce circa 1.400 dipendenti, che garantiscono l’assistenza diretta e continuativa ai pazienti e la gestione dei servizi di cura e di prevenzione. Per tale motivo considerata la valenza strategica della struttura e le funzioni ricoperte all’interno dell’organizzazione aziendale, si è ritenuto riconoscere una funzione di maggior responsabilità. Tale organizzazione è peraltro condivisa a livello regionale e nazionale. L’importanza del settore delle Professioni Sanitarie, vero pilastro del Servizio Sanitario, è dimostrata dalle attività svolte nell’ambito dell’assistenza al cittadino, nelle molteplici tipologie rappresentate dall’ospedale, dalle cure domiciliari, dall’assistenza ambulatoriale territoriale, solo per citare i principali. Per armonizzare tale delicatissimo ruolo a livello regionale è inoltre in atto un percorso gestito da ALISA in riferimento a ruoli, funzioni e profili di questi professionisti di altissimo livello“.

Alle parole di Asl1 Imperiese si aggiungono quelle dell’Assessore Regionale Sonia Viale: “Un gentile lettore si domanda perché in Asl 1 si sia deciso di trasformare la Struttura delle professioni Sanitarie in Struttura Complessa. Oltre alla risposta tecnica elaborata dall’Azienda, che allego, vorrei aggiungere alcune mie considerazioni. In Asl 1 abbiamo 1.400 dipendenti che svolgono professioni sanitarie. Sono i nostri infermieri, ostetriche, tecnici sanitari, riabilitativi, della prevenzione, fisioterapisti ed altri, che prestano servizio in ospedale e sul territorio. Se ben organizzati, sono un esercito di persone fondamentali. Assieme ai medici ed alla innovazione tecnologica, contribuiscono a risolvere le criticità che stiamo aggredendo per abbattere le liste d’attesa. Ma anche per limitare gli accessi inappropriati nei Pronto Soccorso dei codici bianchi, che creano lunghe attese, e rafforzare le cure domiciliari di tanti malati cronici che non necessitano di ricovero.

Tutti li ringraziamo per il lavoro che svolgono, ma solo ora essi ottengono il giusto riconoscimento e la giusta attenzione anche all’interno delle Asl liguri. Sia con un coordinamento sia con le assunzioni, per esempio tramite il concorso per infermieri. Inoltre, organizzare il lavoro di 1.400 persone non è come organizzare il lavoro di 10. Pensate ad una qualsiasi azienda: cosa succede se al suo interno non c’è un direttore con diretta responsabilità sul lavoro di 1.400 persone? a chi si chiede conto del raggiungimento degli obiettivi a favore dei pazienti? Ecco, fino ad oggi la nostra azienda ha funzionato senza e per questo è necessario un cambiamento.

Mettere sullo stesso piano le professioni sanitarie e la nota vicenda della Gastroenterologia e della Chirurgia Vascolare come se fossero alternative le une all’altra è profondamente sbagliato perché sono sbagliate le premesse. Un reparto non cura meglio se è struttura semplice o complessa, né se è sotto casa. È il Decreto Balduzzi che stabilisce i criteri per garantire la qualità delle cure e gli stessi professionisti coinvolti mi hanno chiesto di applicarlo“.