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Patata bollente ormai da anni, in questi ultimi giorni anche al centro delle polemiche, la situazione della rete idrica imperiese è uno dei temi centrali che la prossima amministrazione regionale dovrà affrontare.

L’ultimo recentissimo guasto alla conduttura del Roja ha lasciato, martedì 8 settembre, mezzo Ponente senz’acqua: da Costarainera ad Andora.

Sul tema interviene nuovamente Giacomo Chiappori, candidato alla carica di presidente della Regione Liguria con la lista Grande Liguria. È questa una problematica che l’ha visto spesso salire sulle barricate, sia in qualità di sindaco di Diano Marina, cittadina fortemente penalizzata dalla situazione, sia in qualità di presidente del comitato tecnico di Rivieracqua, la società pubblica creata per gestire il servizio idrico integrato in provincia.

“Sono anni che me ne occupo cercando di far funzionare l’ATO idrico provinciale. Siamo arrivati a fare una diffida nei confronti della regione per mettere in moto quello che non lo era,” spiega Chiappori.

Da lì il commissariamento dell’ATO e l’arrivo del commissario Gaia Checcucci. “Ha messo insieme una serie di atti che sono quelli definiti dalla legge. Le società cessate non possono gestire il servizio, l’unica società che può farlo è Rivieracqua perché ne ha la concessione. Bisogna però che tutti conferiscano in Rivieracqua, compreso Amat e Aiga, che continuano a distribuire acqua. In caso contrario non si riuscirà a raggiungere l’ATO ottimale e non si potrà partire con gli investimenti e il servizio che tutti noi ci aspettiamo. Rivieracqua potrebbe fatturare 45 milioni con una capacità di spesa in 20 anni di 400 milioni. Dobbiamo dire ‘grazie’ a chi non è entrato, che sono gli stessi che oggi fanno i fenomeni dando consigli su come far funzionare il tutto.”

“Se siete stufi di questa situazione, delle crisi idriche, di rimane senz’acqua e delle persone che da anni promettono, io sarò la vostra voce in Consiglio regionale. Se me lo permetterete vi garantisco che la mia voce si sentirà. Il mio impegno sarà poi quello di rendere conto puntualmente e ciclicamente su quello che sono riuscito a fare e su quello che non mi hanno fatto fare.”

Nella video intervista Giacomo Chiappori tocca altri due importanti punti del programma elettorale di Grande Liguria: la fusione dei piccoli comuni e il riconoscimento dello statuto speciale per la nostra regione.

“Le unioni dei comuni le hanno già provate e non hanno portato risultati. La fusione va a beneficio dei cittadini stessi con un miglioramento dei servizi. Inoltre, stando alle leggi vigenti, lo Stato per 5 anni darà delle somme importanti ai comuni che si uniscono. Il Golfo Dianese per esempio, nel caso di una fusione, dovrebbe introitare almeno 8 milioni di euro l’anno. Somme che, suddivise, porterebbero risorse che piccoli comuni come Diano Arentino o Diano Castello non vedrebbero mai.”

Sullo statuto speciale aggiunge: “Immaginatevi la Valle D’Aosta, il Trentino. La Liguria potrebbe essere così. Siamo sul confine francese, davanti abbiamo il Mediterraneo. Siamo la porta del nord Italia e del sud Europa. Le condizioni perché la Regione possa fare richiesta allo Stato ci sono.”

Il video completo è visibile a inizio articolo.

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