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Via libera dell’Assemblea legislativa della Liguria al Programma regionale di investimenti del Fondo sociale europeo – FSE per il settennato 2021-2027, con un aumento rilevante delle risorse disponibili: da 354 milioni di euro del settennato precedente ai 435 milioni di euro della nuova programmazione fino al 2027.
La Liguria è tra le prime Regioni in Italia a dare il via libera al piano, solo quattro giorni dopo la formale approvazione dell’Accordo di partenariato tra Italia e Commissione Europea, che regola la gestione di tutti i fondi strutturali.
“Nel complesso il Programma Regionale dell’FSE consentirà una pluralità di azioni ad ampio spettro – spiegano il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla Formazione Marco Scajola – che interessano i temi dell’occupazione, dell’istruzione e della formazione, dell’occupazione giovanile, dell’inclusione sociale.

Gli obiettivi e le azioni che ne deriveranno, le cui linee strategiche saranno definite sulla base del proseguimento del confronto con i partner, consentiranno un ampio perimetro di azione, interessando diversi soggetti con i loro bisogni e andando indirettamente a investire a beneficio di una pluralità di settori socio-economici. Si tratta quindi di un Programma Regionale che tende fortemente ad offrire opportunità di nuova o migliore occupazione”.


Come previsto dai Regolamenti Europei, la struttura del programma è stata preventivamente condivisa con un ampio partenariato rappresentativo dei più importanti stakeholder (associazioni di categoria, sindacati, Anci, Camere di Commercio, Università, Terzo Settore, mondo cooperativo, Confindustria, organismi della formazione, ecc.).
“Altri obiettivi – continua l’assessore Marco Scajola – sono quelli di migliorare l’accesso all’occupazione e le misure di attivazione per tutte le persone in cerca di lavoro, di modernizzare le istituzioni e i servizi del mercato del lavoro per valutare e anticipare le esigenze in termini di competenze e garantire un’assistenza e un sostegno tempestivi e su misura nell’incontro tra domanda e offerta, delle transizioni e della mobilità nel mercato del lavoro. Tra le finalità anche quella di promuovere una partecipazione equilibrata al mercato del lavoro sotto il profilo del genere, parità di condizioni di lavoro e un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata, anche attraverso l’accesso a servizi economici di assistenza all’infanzia e alle persone non autosufficienti”. “Oltre a questo – conclude Marco Scajola – l’intenzione è anche quella di promuovere l’adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti, promuovendo la parità di accesso e di completamento di un’istruzione e una formazione inclusive e di qualità, in particolare per le realtà più svantaggiate, dall’educazione e cura della prima infanzia, attraverso l’istruzione e la formazione, fino al livello terziario”.