video
play-rounded-outline
23:00

Prende il via oggi ad Imperia “OliOliva 2023“. Si tratta della 24esima edizione, uno degli appuntamenti economici, turistici, culturali, storici della provincia di Imperia che vede da secoli, come principali protagonisti gli olivicoltori, i produttori, i frantoiani, l’intero mondo dell’oliva taggiasca nella Riviera dei fiori riuscendo, nel tempo, con lavoro, sacrifici, intuito, sperimentazione a dare vita al fenomeno mondiale della Dieta Mediterranea. Inizia da qui l’intervista odierna con Alessandro Piana, vicepresidente della Regione Liguria ed assessore regionale all’agricoltura, alla pesca, sviluppo dell’entroterra, marketing e promozione territoriale, parchi Portofino, Antola e dell’intera regione, promozione dei prodotti liguri, programmi comunitari, accordi Croce Rossa, sicurezza ed altro ancora.

Chi, tra le migliaia di visitatori e partecipanti direttamente interessati a questa grande “Festa annuale dell’olio nuovo”, maxi vetrina di esposizioni, assaggi, laboratori, animazioni, progetti, convegni, a cui partecipano anche importanti esponenti di nazioni non solo del Mediterraneo, che ancora lo ignorasse dovrebbe accendere un cero a San Colombano, monaco, missionario irlandese. Nato a Leinster nel 540, seconda metà del VII° secolo, alto Medioevo, fu infatti lui, intorno al 600, sotto il Regno longobardo, a portare con i suoi monaci dal monastero dell’isola di Lerins (Costa Azzurra) le sconosciute piante di ulivo, mai viste prima, dalla loro terra d’origine a Taggia. Donarle ai contadini, agli agricoltori, spiegare, aiutare a coltivarle e, soprattutto, come ricavare l’olio, oro giallo. Morto il 23 novembre 615 riposa nell’Abbazia di Bobbio, provincia di Piacenza, a lui dedicata. 

Alessandro Piana, 51 anni, imperiese d.o.c. è un imprenditore agricolo, agrotecnico, ama la caccia, la pesca, il territorio. L’oliva taggiasca, l’olio buono sono, come si dice, “il suo pane quotidiano”. Non hanno segreti. Un’intervista a 360 gradi sugli oli DOP, IGP, BIO, su quanto è stato fatto e cosa c’è ancora da fare per rispettare la Liguria, la natura, il territorio, chi ci vive, ci lavora. Un flash anche sul granchio reale, blu o azzurro che sia. Buono, di moda, utile? Dio ce ne scampi.