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Quando si pensa, si nomina o si sente parlare di sanità mezza Italia trema. Se vivesse ancora Marco Tullio Cicerone, filosofo e politico tra i più noti di Roma “caput mundi” ripeterebbe una delle frasi più celebri e nefaste a lui attribuite: “Mala tempora currunt sed peiora parantur”. In italiano: “Corrono brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori”. Visto come gira il mondo zeppo di atrocità, terrorismo, ingiustizie, guerre fratricide e bestiali in corso tra Russia-Ucraina, Israele-Palestina ed in decine di altri territori del nostro pianeta, per non parlare del Covid che da oltre due anni continua a provocare lutti e sofferenze, c’è poco da stare sereni.

Nella Riviera dei Fiori, forse per fortuna o finalmente per intelligenza, capacità, serietà dopo lunghe ed ansiose attese in questa penombra sanitaria si è accesa una luce. Un sogno che nel giro di pochi anni potrebbe trasformarsi in realtà? Dopo parole, promesse, problemi, incertezze l’Asl1 ha messo sul tavolo fatti concreti, studi tecnici, soluzioni possibili. L’attuale direttore generale dell’Azienda sanitaria, dottor Luca Filippo Maria Stucchi, in un report, disegni, documentazione di ben 341 pagine ha firmato non solo 1, ma ben 2 progetti, la scelta della location nella Piana baricentrica di Taggia del futuro “Nuovo Ospedale Unico” della provincia di Imperia.

Atto fondamentale realizzato da esperti del settore sanitario, tecnici, medici del vertice Asl1 formato dal direttore sanitario Carlo Alberto Tersalvi, dott.ssa Michela Trimboli (dirigente con linea diretta Università di Genova), Giovanni Bruno, (responsabile direzione ospedaliera), Piergianni Sciandra (direttore Controllo gestione), Riccardo Rebagliati (ingegnere-Area tecnica, responsabile del procedimento).

L’obiettivo del dottor Stucchi, del suo team, della Regione Liguria, del Comune di Taggia, che emerge e certifica nella nostra intervista è chiaro: non perdere altro tempo, dotare il Ponente ligure, la provincia di Imperia, i suoi 66 comuni, l’intera popolazione di residenti di circa 210mila abitanti, le migliaia di turisti che ogni anno la scelgono per le vacanze, interessi diversi, la sua importanza essendo terra di confine con Francia, Montecarlo, più ad ovest con Spagna e Portogallo, di un moderno, efficiente, tecnologico ospedale pubblico con 618 posti letto ed il triplo del capitale umano medico necessario già oggi, purtroppo, carente di almeno 150 unità all’Asl1. 

Una rivoluzione, un dovuto ed indispensabile aggiornamento che guardi al futuro, che garantisca a tutti, italiani e stranieri, le necessarie cure, pronti interventi, professionalità, tecnologie, assistenza, spazi: medicina generale, cardiologia, ortopedia, ostetricia, malattie infettive, psichiatria, riabilitazione funzionale, urologia, day hospital, sale operatorie, diagnostica per immagini, piastra dei servizi, laboratori di analisi, ambulatori, parcheggi, zone verdi, viabilità ed altro ancora. Insomma tutto il necessario, compresa un’elisuperficie, per consentire con l’elicottero pronti interventi nell’entroterra, in zone e situazioni difficili da raggiungere. Ci riuscirà Stucchi, brillante manager lombardo-brianzolo, laurea in legge, 58 anni, con esperienze nelle zone alte di Alcatel, San Pellegrino, Enter Spa, Beta 80, politicamente maturato in Comunione e Liberazione, vicino a Roberto Formigoni, “il Celeste”, a fare il miracolo?

A portarlo in Liguria ed affidargli l’Asl1, è stato il 14 luglio 2022, alle ore 7.14, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che lo scelse per succedere al dimissionario direttore generale Silvio Falco, manager piemontese dimessosi per divergenze proprio col presidente della Regione sulla scelta di “privatizzazione” dell’ospedale Saint Charles di Bordighera. Falco si era rifiutato di firmare il contratto di gestione del nosocomio della Città delle Palme al gruppo Gvm Care&Research. In sostanza il passaggio dalla gestione pubblica a quella privata. Stucchi, la condivise. Arrivato all’As1 la firmò tra i primi suoi atti e cambiamenti dimostrando, come sostengono manager, politici, e pubblici amministratori che “Luca, Filippo, Maria è un businessman nato, un dirigente dal carattere forte e decisionista”. Giusto, sbagliato? Sanità pubblica o privata? Chi ha ragione, Toti, Falco o Stucchi? Speriamo bene.